Expecto Patronum, ovvero il coraggio dell’automotivazione

La Comunicazione Umana Interattiva spiegata da Harry Potter

Expecto Patronum, ovvero il coraggio dell'automotivazione

Bentornati alla nostra rubrica alla scoperta magia che c’è in noi, con l’ aiuto del giovane mago Harry Potter.

Siamo nuovamente al terzo anno di Harry nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, raccontato nel volume Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
A causa di un incombente pericolo, la prigione dei maghi oscuri Azkaban invia a Hogwarts alcune delle sue guardie, i dissennatori , per sorvegliare gli studenti. I dissennatori risultano essere però molto inquietanti per i ragazzi della scuola: chiunque li abbia nei dintorni, infatti, inizia a sentirsi triste e a rievocare brutti ricordi. I dissennatori, infatti, nella prigione di Azkaban hanno il compito di sopire i maghi oscuri lì incarcerati facendo leva sui loro brutti ricordi, e schiacciandoli con la loro stessa tristezza e colpa.

Harry è particolarmente sensibile alla negatività dei dissennatori, perché porta in sé un ricordo molto più triste dei suoi compagni di scuola: l’assassinio dei suoi genitori, per mano del mago oscuro Lord Voldemort. Per questo il professor Lupin, suo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, si propone di insegnargli un incantesimo capace di allontanare i dissennatori, l’Incanto Patronus.

Dice Lupin: “Il Patronus è una specie di forza positiva e per il mago che ne evoca uno funziona come schermo (…) Per far sì che funzioni devi concentrarti su un ricordo, non un ricordo qualsiasi,  uno molto felice, di grandissima intensità (…) lascia che ti invada, abbandonati a esso”.

Come potrete vedere nel video qui sotto, Harry fatica parecchio prima di riuscire nell’incantesimo, ancora sopraffatto dai pensieri negativi. Ma pensateci: quanto ci riesce più facile rimanere a crogiolarci nei brutti pensieri piuttosto che reagire con positività agli eventi? Svoltare il modo di pensare e vedere le cose richiede grande volontà ed energia, ma sono lieta di dirvi che è più facile di quanto pensiate. Ecco un trucco, o meglio, un incanto.

Chiudete gli occhi e visualizzate con ricchezza di dettagli ciò che vi ha reso tristi, sofferenti, demotivati. Avete chiara la scena? Sentite l’ insicurezza, la paura, la mortificazione, il disagio, la vergogna, qualunque cosa sia? Bene, ora, sempre a occhi chiusi, tenete la scena di fronte a voi e evocate il vostro patronus. Pensate a quella volta che vi siete comportati in un modo di cui vi sentite fieri. Guardate la scena e applicatela sopra la scena di prima, quella triste, fino a farla sparire. Sentite e rivivete l’ emozione del ricordo positivo: sicurezza, amore di sé, fiducia, soddisfazione, lasciatevene pervadere, abbandonatevici. Quando ve la sarete goduta abbastanza, aprendo gli occhi, avrete cambiato umore e prospettive, perché avrete cambiato le emozioni che stavate vivendo. E se non vi viene in mente nulla di positivo…be’, immaginatelo, immaginatevi esattamente come vorreste essere. Se lo potete pensare, lo potete fare.

Ecco la magia, ecco l’incanto, il magico potere: appropriarci delle nostre emozioni, decidere con quale approccio affrontare le cose, cambiare il filtro attraverso cui vediamo la realtà. Usate il positivo come scudo verso ogni avversità. Ma dovete crederci…perché la magia si rivela a coloro che sono pronti ad accoglierla, i veri maghi.

Maddalena Sarotto

Copertina a cura di Maddalena Sarotto

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