Dove risiede la coscienza?

Dove risiede la coscienza?

Parliamo di quello che oggigiorno in ambito scientifico si crede essere l’origine della coscienza a livello fisico negli esseri umani.

“Coscienza” è una parola che deriva dal latino conscientiam, derivato di conscire ovvero essere cosciente. Uno degli aspetti fondamentali che è stato conferito alla coscienza è la sua duplice natura, ovvero da una parte il rapporto che noi abbiamo con noi stessi, e dall’altra la consapevolezza del mondo esteriore, secondo una perfetta e completa dualità di visioni.

 

L’incarnazione della coscienza nella materia presuppone un qualche tipo di organo (come il cervello) o stuttura (come le radici ed i rami delle piante) che sia in grado di ospitarla.

Nel 1951 due scienziati uruguagi (E. De Robertis e C.M. Franchi) osservano delle strutture filamentose all’interno delle cellule biologiche. Queste strutture si chiamano microtubuli e sono estremamente interessanti, composti da tantissime coppie di proteine di due tipi diversi, le tubuline. Le tubuline si aggregano in forma di spirale costituendo la parete di un tubo cavo, stiamo parlando di oggetti estremamente piccoli, con un diametro esterno di 25 nanometri, cioè 25 miliardesimi di metro. I microtubuli si formano (si polimerizzano) e si distruggono (si depolimerizzano) nelle cellule di continuo e con una velocità sorprendente. Non sembra essere una traccia interessante? Oltre ad essere oggetti interessanti da un punto di vista chimico sono anche oggetti in grado di conferire ad una cellula la capacità di muoversi nello spazio, formando protrusioni e filamenti che consentono al citoplasma di spostarsi. Pensate ad esempio ai batteri che hanno una serie di flagelli con i quali si muovono nel liquido in cui sono immersi! I microtubuli hanno anche un ruolo fondamentale nella suddivisione cellulare, la duplicazione delle cellule con i passaggi da uno a due, da due a quattro, da quattro ad otto, ecc. Questa attività è prevalentemente organizzata dai microtubuli!

 

Quanti microtubuli ci sono nelle nostre cellule? Tantissimi. Si parla di addirittura un miliardo per ciascun neurone, e ciascuno di questi microtubuli si modifica dinamicamente nel tempo. Ci sono delle interazioni di natura fisica o chimica che consentono ai microtubuli di interagire con un campo elettromagnetico, in relazione a come questi tubuli si sono formati. Le tubuline, i mattoncini a disposizione, sono due, e ciascuno di essi reca un particolare livello di carica elettrica, diciamo per semplicità positiva o negativa. Immaginiamo di associare a questa carica elettrica un colore, rosso o blu, che va a costituire un mosaico sulla superficie esterna del microtubulo. Immaginate che un microtubulo di media lunghezza sia composto da un milione di tubuline, ovvero una combinazione incredibilmente alta di mosaici possibili, con due tessere di colori diversi. Questi colori si sintonizzano su onde radio particolari, e ad ogni istante miliardi di miliardi di antenne sono in ascolto, nel nostro cervello, ciascuna con una stazione propria. In ogni cellula neuronale si assiste ad uno stato dinamico di microtubuli che si aggregano e sidisgregano producendo oscillazioni molto veloci, fino a circa 40 Megahertz.

 

Queste informazioni sono state razionalizzate da due personaggi in particolare, Stuart Hameroff e Roger Penrose, che negli anni ‘90 hanno sviluppato una teoria della coscienza (Orchestrated Objective Reduction theory). Hamerhoff è un anestesiologo, che aveva osservato come la coscienza possa essere sospesa attraverso l’uso di un anestetico. Guardando poi nel dettaglio con gli strumenti di indagine moderni, i microscopi elettronici, si è visto che questi microtubuli smettono di pulsare (di aggregarsi o disgregarsi) in seguito all’utilizzo dell’anestetico. R. Penrose è invece un fisico, insignito nel 2020 con premio Nobel. Lui sostiene come la coscienza sia un qualche cosa che trae origine dall’interazione tra questi microtubuli e che possieda una natura quantistica: non necessariamente è tutta contenuta all’interno del cervello (le onde elettromagnetiche si propagano in tutto lo spazio), e non ha neppure un tempo! Ciascuno di noi è in grado di essere coscientemente in qualsiasi luogo ma soprattutto in qualsiasi tempo in connessione con sé stesso, con gli altri e con tutto il resto dell’universo.

 

Questo rende la teoria appena esposta estremamente affascinante perché ci consentirebbe di spiegare molte cose, tra le quali ad esempio l’empatia tra esseri, la sensibilità che possiamo avere in determinate situazioni o condizioni a distanza, soprattutto per le persone care.

Sono molteplici i gruppi di ricerca che in giro per il mondo stanno cercando di capire se questa teoria è corretta oppure no.

 

Noi abbiamo la possibilità di intervenire sulla nostra coscienza, costantemente, attraverso la nostra esperienza quotidiana, che poi viene trasferita con ogni probabilità all’intero universo!

 

Alessandro Chiolerio

Comitato Scientifico UPE

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