Quando il cervello diventa “adulto?”

Quando diventa veramente adulto il cervello? Secondo la legge, esiste una linea netta che separa l’adolescenza e la maturità – di solito compresa tra i 10 e i 20 anni – ma per i neuroscienziati riuscire a capire il momento preciso in cui il cervello raggiunge realmente la “maggiore età” è più complicato di quanto sembri.

A sostenerlo, in un articolo pubblicato sulla rivista “Neuron”, è la psicologa Leah Somerville, che fa il punto sullo stato dell’arte di questo aspetto delle neuroscienze, delicato anche per i suoi risvolti legali.

Sebbene ricerche passate abbiano mostrato l’esistenza di chiare differenze strutturali tra il cervello di un adolescente e quello di un adulto (per esempio, nel passaggio all’età adulta si osserva una diminuzione della materia grigia e un aumento della materia bianca), la maturazione non avviene in modo omogeneo: parti diverse del cervello evolvono infatti in tempi diversi. In un ampio studio, è stato dimostrato per esempio che alcune regioni del cervello possono completare la loro maturazione anche all’età di 30 anni.

Ma c’è di più. “Negli ultimi 10-15 anni, le ricerche hanno evidenziato come il cervello sia in realtà un sistema in continua evoluzione”, sottolinea Somerville, che dirige l’Affective Neuroscience & Development Lab di Harvard. La cosiddetta plasticità del cervello, ossia la sua capacità di interagire con l’ambiente e aggiungere nuove connessioni, lo rende infatti soggetto a un cambiamento costante, che prosegue per tutta la vita.

Inoltre, anche elementi oggettivi come il volume della materia bianca o gli schemi di connessione tra le cellule nervose non rappresentano un parametro efficace per definire il confine tra l’immaturità e la maturità: in alcuni casi il cervello di un bambino di 8 anni può mostrare un livello di maturazione della connettività cerebrale maggiore di quello di un venticinquenne. 

Questi fattori rendono estremamente complicato stabilire una linea di confine netta tra l’adolescenza e l’età adulta. “In realtà – spiega Somerville – proprio a causa di queste difficoltà oggettive i neuroscienziati non si preoccupano troppo di localizzare con esattezza l’età della maturità, ma recentemente i politici ci hanno letteralmente trascinato in questo dibattito”.

Determinare in quale momento una persona diventa completamente responsabile delle proprie azioni rappresenta infatti un aspetto cruciale dal punto di vista legale. “L’evidenza neuroscientifica dell’evoluzione costante del cervello è un elemento che i politici e i legislatori tengono sempre più presente nei loro processi decisionali”, ricorda ancora Somerville.

La psicologa americana fa parte di un gruppo di lavoro del Massachusetts General Hospital Center for Law, Brain and Behavior che si occupa di stimolare una discussione pubblica su questo tema. “Vogliamo aiutare i politici a capire che l’idea stessa di maturità non può essere statica. Riuscire a sintetizzare in una sola cifra un processo così complesso come lo sviluppo del cervello è una sfida, ma è bene sottolineare come il compimento dei 18 anni, da un punto di vista biologico, non rappresenta niente di magico”.

Tratto da “Le Scienze” del 23 dicembre 2016

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