Le 5 ferite – Le ferite da Rifiuto e da Ingiustizia

Le 5 Ferite

La ferita da Rifiuto e la ferita da Ingiustizia

Queste due ferite sono differenti tra loro ma hanno una cosa che le lega: entrambe sono causate dal genitore dello stesso sesso o da qualsiasi persona abbia rivestito il ruolo.

Vi racconterò brevemente gli aspetti di queste due ferite, cercando di riassumere nel modo più corretto possibile, le caratteristiche principali.

 

La FERITA DA RIFIUTO si risveglia dall’atto del concepimento fino all’anno di età. Accade nel bambino che si è sentito rifiutato dal genitore del suo stesso sesso. La maschera che indossa è quella del fuggitivo e la sua massima paura è quella di andare nel panico. Principalmente il fuggitivo crede di valere poco o nulla, ha pochissima stima di sé, si sente tagliato fuori, talvolta incompreso dagli altri. Quando è solo, è sopraffatto dalle sue emozioni e paure e così molto facilmente tende ad andare nel panico.

Soprattutto con l’avanzare dell’età, dato che tende ad essere molto preciso, ha paura di non riuscire a far fronte alle incombenze della vita. Il fuggitivo tende ad isolarsi e a parlare poco, vorrebbe essere quasi invisibile.

 

La FERITA DA INGIUSTIZIA si risveglia dai quattro anni in poi, causa ne è la sofferenza che il bambino ha provato non essendo riuscito ad esprimersi come voleva con il genitore dello stesso sesso. Questo soggetto si imporrà così di dare ottime prestazioni e di essere perfetto. La maschera che indossa è quella del rigido e la massima paura è la freddezza propria e altrui. Il rigido cerca di stare attivo e dinamico anche quando è stanco, è ottimista, ribelle, vuole mostrarsi sempre positivo, vuole essere una persona corretta, quindi ha molta paura di non apparire perfetto agli occhi degli altri. Egli mostra difficilmente i propri sentimenti, ma soprattutto è uno specialista dell’autosabotaggio quando secondo lui le cose iniziano ad andare troppo bene.

 

Queste due ferite possono essere attivate da chiunque, ma c’è anche un’altra importante correlazione tra esse; il bambino che soffre della ferita da rifiuto crede che stando bravo e buono attirerà più amore e non verrà respinto, ma col passare degli anni è probabile che si sentirà sempre più rifiutato. In questo caso esiste un’alta probabilità che il bambino inizi a ribellarsi, e ciò può dare il via all’attivazione della ferita da ingiustizia.

Importante è ricordarsi che, nel momento in cui una ferita viene attivata, non è più la persona che dirige la propria vita, ma è “l’io piccino”, l’ego, che prende in mano le redini. Quando ci si arrabbia con gli altri o con se stessi non si è più centrati, ma è l’ego che ci invade, predomina e pensa al posto nostro.

L’ego ovviamente non lo si può eliminare, fa parte di noi e dobbiamo imparare ad accettarlo. Però esiste un modo per placarlo, cioè ascoltare ed osservare, sia noi, sia ciò che ci accade intorno, stando centrati con noi stessi e soprattutto senza giudizio, imparare a dialogare con esso, comprenderlo e perché no, ringraziarlo. Solo così possiamo tornare ad essere ben presenti a noi stessi, diventando osservatori delle nostre ferite. In questo modo, la sofferenza, il dolore e la paura associati alla ferita si attenueranno fino a scomparire, evitando così di cadere nella trappola della maschera! Tutto questo, si può.

Grazie, e al prossimo capitolo.

Martina Caldi

Photo by Annie Spratt on Unsplash

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