La C.U.I. spiegata da Harry Potter

La Comunicazione Umana Interattiva spiegata da Harry Potter

Lo Specchio delle Brame, ovvero stare nel presente

Buongiorno a tutti e benvenuti alla nuova rubrica di UPE, dove parleremo di magia, ma di quella vera, quella che ogni giorno possiamo realizzare con le nostre mani e il nostro cuore. Non potevo che farmi aiutare, per questo, da un personaggio che mi accompagna dall’infanzia e che, nell’età adulta, quando l’ ho guardato con occhi differenti, mi ha dato moltissimi spunti di riflessione: Harry Potter. Poco a poco esploreremo piccoli sketch tratti dagli 8 film della saga e capiremo come la magia esista per davvero e si realizzi, nella sua forma più incredibile, in una semplice e buona comunicazione.

Oggi viaggeremo nel primo film, Harry Potter e la pietra filosofale: il piccolo Harry, undicenne, ha da poco scoperto di essere un mago ed è stato per questo ammesso nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Di natura curiosa, girOvaga nel castello nel cuore della notte, per provare a scoprirne i segreti celati. Ad un certo punto incappa in uno strano specchio: uno specchio in cui non vede solo se stesso, ma anche i suoi genitori. Come è possibile? I suoi genitori sono morti, uccisi dal grande mago del male Lord Voldemort – che Harry combatterà sino alla fine – . Harry però non se ne cura: tanto è grande la felicità di vederli riflessi al suo fianco, che decide di tornarci ogni notte, passando il tempo in contemplazione di quell’immagine. Finché, una notte, trova ad attenderlo il suo preside e futura guida, Albus Silente, che gli rivela la natura dello Specchio delle Brame: l’ uomo più felice della terra guarderebbe dentro lo specchio e vedrebbe solo sé stesso, esattamente com’è. Cosa significa? Che in quello specchio vediamo ciò che desideriamo, ciò a cui ambiamo, ma che non abbiamo: in sostanza, ciò che ci manca. Sia che sia qualcosa che non può più tornare (un amore passato, ad esempio), sia che sia un desiderio ancora non realizzato (una promozione, una nuova macchina), in questo tipo di contemplazione viviamo in un altro tempo, passato o futuro, che non ci appartiene più o non ci appartiene ancora, e che ci fa sentire incompleti, addirittura sbagliati. Questo comportamento non ci è di utilità alcuna: dice infatti Albus Silente che questo specchio non ci dà né la conoscenza, né la vita; il passato non può tornare, e il futuro che vogliamo lo possiamo solo raggiungere vivendo il presente (ad esempio: invece di fantasticare su una promozione, mi adopero per fare oggi e poi domani e via dicendo al meglio il mio lavoro, gettando così le fondamenta del mio successo).

Può sembrare banale, ma ogni cosa ha il suo posto, anche il presente e il futuro.

Dunque, se vi doveste ritrovare a fare questi pensieri fuori dal tempo, provate questo incantesimo: il pensiero che state alimentando, l’immagine che state nutrendo, immaginate di prenderla con la vostra mano e di lanciarla via e lasciate libera la visuale del presente, che è dritto di fronte a voi.

 

Non serve a niente rifugiarsi nei sogni Harry, e dimenticarsi di vivere.

Maddalena Sarotto

Copertina a cura di Maddalena Sarotto

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