Turn it Up!
di Maddalena Sarotto
TURN IT UP! – D’Angelo: Really Love
“Davvero amore”: elogio dell’intimità assoluta
Bentornati a “Turn it Up!”! Siamo alla sesta puntata del nostro viaggio nella musica black, attraverso brani “in tema Upe”. Cosa vuol dire “in tema Upe”? Vuol dire che ogni brano che scelgo (oltre ad avere determinate caratteristiche di qualità sonora, compositiva e di rappresentazione dei principali generi musicali black) contengono, nei loro testi, rimandi agli argomenti che in Upe affrontiamo costantemente.
Abbiamo parlato molto di amore negli articoli precedenti, l’amore per sé, l’amore inteso come potente energia, l’amore per la vita e la libertà. Oggi invece parliamo dell’amore per una persona precisa, il nostro amato e compagno di vita.
Per questo l’artista che ho scelto è D’Angelo, che sa parlare di amore senza filtri e senza tabù sessuali, al punto che alcuni amici dicono di non apprezzarlo perché “troppo esplicito”. Personalmente, non condivido. Un conto sarebbe incappare in qualche tipo di volgarità, ma non è questo il caso: D’angelo, all’anagrafe Michael Eugene Archer, classe 1974, oltre a essere un cantante, un compositore polistrumentista e un produttore discografico, ha secondo me una straordinaria capacità di scrivere testi di passione e delicatezza, da cui trapela un grandissimo amore per l’anima e il corpo di una donna, senza mai mancarle di rispetto, ma anzi elevandola a una posizione di preziosità e regalità, nella dolcezza dei piccoli gesti.
Il brano, “Really Love”, è tratto dall’album “Black Messiah”, di D’Angelo & the Vanguard (la sua band, d’avanguardia, come dice il nome), uscito nel 2014. D’Angelo è attivo dal 1995, ma ha composto solamente 3 album: uno ogni 10 anni, e per ognuno di essi è stato srotolato il tappeto rosso, autentici capolavori di soul contemporaneo, fatto di un medley di R&B e Hip Hop, con riferimenti al soul classico, al gospel, al blues…tutti risultati di una ricerca compositiva estremamente raffinata, che si ispira ad artisti come Marvin Gaye, Stevie Wonder, Prince, Curtis Mayfield e Al Green, ma che sa rigirare il tutto come un calzino.
Il testo è di una genuinità disarmante, alla stregua delle canzoni romantiche dei Beatles, che non cerca linguaggi forbiti e figure retoriche, ma racconta l’amore con parole e concetti chiari nella loro spontaneità.
Adoro questa canzone per l’intimità che suggerisce: la delicatezza dei gesti che rinnovano l’amore ogni giorno, quel morbido calore che fa sì che ci apriamo all’altro, la sensazione, che si fa certezza, di avere un compagno al nostro fianco, nel nostro viaggio, il contatto fisico che si fa animico, e lo scambio di fluidi e amore, che legano indissolubilmente i due individui.
Conosco persone che sostengono di non poter passare la vita con un solo compagno, altri che invece bramano l’amore della vita e non vorrebbero null’altro. Non è importante il tipo di amore che sarà, in fondo l’aspettativa vi costringerebbe a proiettarvi nel futuro, quando invece è nel presente che si gode dell’amore, proprio in quelle carezze, in quei piccoli gesti, in quel calore donato e ricevuto che si fa uno.
Penso a una frase che ci fu detta durante un corso Upe: “L’amore non è un satellite che gira intorno a un pianeta. È quando due satelliti ruotano uno intorno all’altro. Così si crea una bellissima danza.” L’amore, davvero.
Buon ascolto.