TURN IT UP! – Martin Luther King: I have a dream

Turn it Up!

di Maddalena Sarotto

TURN IT UP! - Martin Luther King: I have a dream

“Ho un sogno”: qual è il tuo?

Siamo alla decima puntata di Turn It Up, l’ultima puntata del nostro viaggio nella musica black, un viaggio in cui mi sono divertita e appassionata e per cui ringrazio di cuore chi mi ha seguita.

Attraverso i brani e i testi esplorati insieme, abbiamo visto quanto la musica black sia pregna di valori quali libertà, tolleranza, integrazione e amore.

È la musica nata dai lamenti di un popolo schiavizzato, che combattendo ha trovato la sua libertà, ma che nonostante tutto ancora subisce ghettizzazione, soprusi e segregazione, argomenti straordinariamente documentati nella discografia hip hop contemporanea, che ancora lamenta le grandi difficoltà della sua gente.

 

Per questo, in omaggio a tutte le persone che si sono sacrificate e ancora si sacrificano per la libertà del proprio popolo, e oggi più che mai, ho deciso di chiudere la mia rubrica con un passo di Martin Luther King, da un suo noto discorso pronunciato a Washington D.C. nel lontano, quanto vicino, 1963.

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Non è dunque una canzone, ma è musica per le mie orecchie, perché sono parte di Upe, come allieva, come rettore e come appassionata dei valori di cui la nostra Università si fa portavoce: “Il bene dell’essere umano è l’unico fine perseguibile“.

In fondo, in questo discorso, Martin Luther King sembra cantare…”I have a dream”.

 

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

(…)

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: “Quando vi riterrete soddisfatti?” Non saremo mai soddisfatti finché il nero sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

(…)

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!

 

Con queste meravigliose parole chiudo la nostra avventura nella musica nera. Ma queste parole vanno ben oltre la musica, e ben oltre la razza. Sono parole di Umanità.

Con l’augurio che possiate realizzare il vostro sogno, come uomini e donne parte di questo mondo.

 

Buon ascolto,

Maddalena

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