TURN IT UP! – Il Beat

TURN IT UP! - Il Beat

Inizio questa piacevole passeggiata musicale con alcuni estratti della prefazione del libro risalente al 1963 “Il popolo del blues” del poeta, scrittore, saggista e animatore culturale statunitense Amiri Baraka (LeRoi Jones), il quale, con la sua casa editrice Totem Press, svolse un’attività pionieristica nella pubblicazione di testi di Allen Ginsberg, Jack Kerouac e altri autori della Beat Generation.

[…] Prima di tutto, gli africani sono il raggruppamento umano più antico del pianeta, e ogni estetica che ha a che fare con la società umana deve assumerli almeno come punto di partenza!

[…] Secondo la sensibilità africana classica, infatti, ogni cosa sulla Terra è viva e, fatto ancora più importante, ogni cosa esistente (al presente, perché sia il passato, sia il futuro esistono unicamente nel presente e come evoluzione speculativa dell’essere la “divinità” africana Essere) è parte della stessa realtà!

Tutte le cose sono una sola cosa, una creatura viva.

[…]…”tutte le cose sono il tutto”, ogni cosa è utile alle altre! “Allah” significa letteralmente “tutto”, ogni cosa come parte del medesimo elemento. Allo stesso modo in cui sia la ciambella, sia il buco sono spazio!

Quindi, la continuità, l’infinitezza, la forza espressiva nella moltitudine di forme diverse caratterizzano l’Uno, ciò che è, l’Essere.

La continuità, in quanto tratto distintivo della religiosità africana, ha trovato un corrispettivo fondamentale nella ripetizione della formula “chiamata e risposta” fra il sacerdote e la congregazione: l’Uno e i tanti sono una cosa sola. Essi, in quanto esistenti, non sono scindibili, come nel battito del cuore, il beat (suono e non suono al tempo stesso), l’esistenza è indivisibile dalla scansione temporale.

[…] Al di sopra del Mediterraneo, l’aspetto delle cose era più importante della loro essenza o delle loro attitudini. Nella culla meridionale l’attitudine, l’esperienza, il contenuto erano invece primari.

[…] La religione africana (si veda DuBois a proposito delle sorrow song“The Faith of the Fathers” in Songs of Black Folk) si articolava attraverso il sacerdote e la congregazione, la chiamata e la risposta […]. La religione deve avvalersi anche della musica, dal momento che “lo spirito non può discendere senza il canto”.

Lo spirito è letteralmente respiro: inspirare, espirare. Aspirare riguarda invece la direzione e la meta, come nel caso dell’elevazione della chiesa. Niente respiro, niente vita. Il tamburo che riproduce il primo strumento umano e il Sole che si riproduce dentro di noi preservano la vita. Notte e giorno: il beat. Dentro e fuori: il respiro. Arrivo e partenza: il Tutto. Il battito, il flusso, l’elemento ritmico.

La sonorità dei cori africani non accompagnati dalle percussioni, tipico delle sorrow_song (come Black Ladysmith Mambazo), lascia spazio ad un suono più vivace, in realtà più “africano”, più moderno.

Amiri Baraka, Blues People, William Morrow and Company, Apollo Editions 1963

Le opere citate sono proprietà dei rispettivi autori, le citazioni sono conformi all’articolo 10 della Convenzione di Berna, agli articoli 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633 e D.L. n. 68 del 9 aprile 2003 della legge italiana

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