Ritornare al mondo – parte 2

Ritornare al mondo - parte 2

La mattinata è trascorsa tranquilla, poi sono andata a fare una passeggiata al mare.

Bello ritornare dal mio amato mare.

Ho dovuto fare un po’ di soste ma non mi è dispiaciuto. Ho riguardato il sole che tramontava con i suoi splendidi colori.

 

Nel pomeriggio sono andata al funerale del papà di quel ragazzo che gioca a calcio con mio figlio.

Quel signore dolce e gentile che mi aveva chiamata per sapere come stavo e poi è stato ricoverato d’urgenza. Non ce l’ha fatta.

 

Mi sentivo diversa. È stato bello tornare nella mia parrocchia, mi sentivo come il figliol prodigo quando torna a casa del padre. Quest’anno avevo mollato anche il gruppo del catechismo che seguivo perché avevo troppi impegni e non riuscivo a stare dietro a tutto.

Ritornare mi ha fatto stare bene, sento sempre una bella energia in quella chiesa.

Durante la celebrazione ho pensato alla potenza dei simboli che ci vengono proposti durante la celebrazione: la Santa Messa è piena di riti e di simboli che vengono ripetuti durante tutto l’anno per tutti gli anni, ecco perché sono così potenti.

Poi il Parroco ha usato l’acqua benedetta per ricordare il battesimo e quindi il rito dell’entrare in comunità, nella chiesa e anche nei cieli e l’incenso per aiutare lo Spirito Santo a trovare la strada.

 

Non ero mai stata attenta ai significati di tutto questo, lo spirito, la scintilla Divina che è in ognuno di noi. La Chiesa è piena di simboli e scritture che ci dicono che siamo a Sua immagine e somiglianza, che Dio è in noi. Noi possiamo fare la differenza se camminiamo e scegliamo ogni giorno di essere luce.

 

Uscendo e vedendo i parenti e il loro dolore mi sono commossa e mi veniva da piangere. Ho visto che chi soffriva era la mia parte umana, la parte che ha bisogno del contatto fisico con la persona amata, la parte che ha bisogno di vedere e toccare.

Poi un senso di pace è giunto dalla parte di me che ha percepito che l’essere, l’anima non muore mai. Quindi ho deciso di mandare amore a quella parte di me che soffriva e ai parenti che erano lì ed ai figli che non hanno potuto partecipare alla cerimonia funebre perché in quarantena.

 

Venerdì sera c’è stata l’ultima lezione di UPE sull’energia negativa, dove si è parlato di come il nostro pensiero sia creatore di energia e di realtà. Di come spesso non ci rendiamo neanche conto dei pensieri che formuliamo e di come ne siamo vittime.

Adesso che sappiamo, siamo responsabili di quale tipo di pensiero vogliamo generare e quindi acquisiamo coscienza e di conseguenza responsabilità.

Mi è piaciuto molto il percorso che in realtà noi facciamo quotidianamente:

primo, accorgersi di avere un problema, provare emozioni negative;

secondo, iniziare a sviscerare e vedere cosa ci ha portato lì.

È come avere una costruzione di lego e smontarla in tutti i suoi pezzi per poi rimontarla in una nuova costruzione (terzo) che ha sempre gli stessi mattoncini colorati ma che ha una nuova forma, più ricca.

Non c’è più bene o male ma una totalità che ha l’esperienza senza interferenze della personalità o di pensieri ed emozioni negative. Ecco la vera magia!!!

 

Nel periodo di chiusura in casa questo processo è stato accelerato perché non avevo distrazioni esterne e quindi ero concentrata su di me. Ho visto molto come il giudizio e il complesso di inferiorità abbiano influito sulle mie scelte e sui miei pensieri. Ho elaborato e adesso sono più presente a me, a quello che penso e faccio. Ho intenzione di portare pensieri di luce nella mia e altrui vita.

 

Ringrazio il percorso di UPE e tutte le persone che ne fanno parte.

Grazie a questa famiglia io sono potuta crescere e continuo a farlo affrontando ciò che la vita mi presenta con una responsabilità diversa, una consapevolezza diversa, sapendo che tutto quello che mi accade è utile per la mia crescita come essere umano.

D’altronde “l’unico fine perseguibile è il bene dell’essere umano”.

Grazie

Monica

Monica Franco

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