La memoria olfattiva e le emozioni

La memoria olfattiva e le emozioni

Gli odori sono stimoli sensoriali che possono evocare stati emotivi e supportare l’apprendimento e la memoria.

Decenni di ricerche hanno indicato l’esistenza di una base neurale che spiega la connessione tra memoria olfattiva ed emotiva, ed essa è dovuta alla particolarità e specificità dell’anatomia delle vie olfattive.

Infatti, le informazioni derivanti dagli odori vengono trasmesse direttamente al sistema limbico e poi alla corteccia, una regione del cervello tipicamente associata alla memoria e ai processi emotivi.

Lo stimolo olfattivo attraversa vie neuronali collegate alla modulazione dell’umore e all’acquisizione di nuove informazioni. L’olfatto è coinvolto in modo cruciale nei comportamenti essenziali per la sopravvivenza dell’individuo e della specie, tra cui l’identificazione dei predatori, il riconoscimento degli individui per la procreazione o la gerarchia sociale, la localizzazione del cibo e la relazione tra figli e genitori. Gli odori vengono campionati attraverso il comportamento di sniffing: questo comportamento (non sempre conscio) gioca un ruolo importante nell’esplorazione di alcune delle situazioni menzionate in precedenza. Gli odori sono anche fondamentali per l’apprendimento e la memoria di eventi e luoghi e costituiscono segnali di recupero efficienti per il richiamo di ricordi episodici emotivi. Più di ogni altra modalità sensoriale, l’olfatto è simile alle emozione nell’attribuire una valenza positiva o negativa. Alcuni odori inducono in modo riproducibile stati emotivi e alcune emozioni modificano la percezione degli odori.

Il sistema olfattivo è plastico. Questa plasticità, dipendente dall’esperienza, non riguarda le aree corticali olfattive di ordine superiore o le zone di integrazione multisensoriale, ma, piuttosto, è espressa nel percorso olfattivo dal naso alla corteccia. I cambiamenti indotti dall’esperienza possono modificare la sensibilità e l’acuità del sistema olfattivo, nonché collegare la qualità dell’odore al significato associativo. I cambiamenti possono durare da pochi secondi, nel caso dell’adattamento olfattivo a breve termine, fino a giorni, settimane o anni. La maggior parte delle forme di memoria a lungo termine richiedono un processo di consolidamento, in cui tracce temporanee di informazioni codificate vengono archiviate in modo più permanente attraverso la modulazione post-esperienza: quegli eventi o stimoli che segnalavano qualcosa di biologicamente significativo (ad esempio, una fonte di cibo, sicurezza o pericolo, o opportunità di accoppiamento) potrebbero avere maggiori probabilità di consolidarsi rispetto ad altri eventi.

Non molto tempo fa si pensava che l’olfatto umano avesse una scarsa importanza, ma alcuni studi degli ultimi 20 anni hanno dimostrato che le aree corticali di integrazione delle sensazioni olfattive sono molto estese e presentano importanti interconnessioni con la memoria, il linguaggio e le aree neuro-vegetative.

Il ruolo più significativo dei segnali olfattivi nell’uomo sembra essere la modulazione del comportamento nelle relazioni interpersonali. In effetti, un crescente numero di ricerche mostra che gli esseri umani comunicano i propri stati d’animo e le proprie emozioni attraverso segnali chimici. Tra le varie ipotesi una postula che gli individui cercano automaticamente e inconsciamente segnali di odore nell’ambiente. Questa ricerca include odori di cui le persone sono consapevoli e di cui non sono consapevoli e ciò facilita il loro orientamento in diverse situazioni e ambienti sociali. Gli individui possono annusare diversi stati d’animo come paura, felicità, calma, sicurezza e ansia.

Gli individui provano emozioni quando annusano. Uno studio, che ha esplorato la relazione tra le emozioni olfattive (felicità, paura e disgusto) e le espressioni facciali, ha dimostrato che gli individui tendono ad abbinare la loro espressione facciale secondo l’emozione suscitata dall’odore percepito. In conclusione, gli odori che ci circondano influenzano le nostre emozioni e le nostre relazioni e comportamenti.

 

 

 

Bibliografia

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Irene Illario, Comitato Scientifico UPE

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