UPEstate
I colori li decidiamo noi. Sempre!
di Gabriela Ragazzi
Un raggio di sole mi sveglia, mi piace dormire con le tapparelle alzate per guardare il verde e il cielo.
Affiorano i primi pensieri, quelli che per me sono “i più veri”, immagino che il mio inconscio sia più libero di parlarmi o che io riesca meglio ad ascoltarlo priva dei filtri della mia mente spesso vigile e onnipresente.
A volte sono pensieri di luce, leggeri come la brezza delle sere di estate, profumano di fieno e sono colorati di mare… il colore della speranza e del credere che tutto sia possibile. A volte invece sono più simili alle nuvole grigie, quelle cariche di pioggia che promettono tempesta. Portano dubbi e inquietudine sul presente e sul futuro…
Ed è proprio allora che percepisco il mio potere, la libertà che ho (abbiamo tutti!) di decidere se seguire la melassa grigia dei miei foschi pensieri o, diversamente, se fare qualcosa per essere felice e stare bene “ELIMINANDO” il grigio che vuole accoccolarsi dentro di me.
Un tempo la mia vita era uniformemente grigia. Troppo spazio ti ho già concesso grigio, ora è tempo di luce e colori!
Dopo varie sveglie di 5 minuti scendo dal letto, poso i piedi e nel farlo pronuncio in silenzio una parola che un giorno ho stabilito e che mi riporta alla vita, alla realtà del mio quotidiano a cui vado incontro. È una parola “magica” che richiama, come in un automatismo, la passione, l’autonomia, la mediazione. Il cervello registra e crea un’attitudine verso questa ricchezza. La passione l’immagino rosso-arancio, l’autonomia bianca iridescente e la mediazione azzurro-indaco.
Scelgo io ad ogni risveglio come voglio approcciare la mia giornata.
A volte virare dal grigio cupo alla gamma degli altri colori non è facile, ma ora so che è possibile. È una sorta di allenamento, nel farlo si rafforzano i muscoli che sostengono un atteggiamento mentale positivo. “Non sono tanto gli eventi in sé quanto l’atteggiamento mentale con cui li affrontiamo”.
E poi c’è il cambio di prospettiva, la capacità di non irrigidirsi sul proprio punto di vista ma di muoversi intorno, per vedere altro e scoprire che non è sempre e solo “come credo io”. Girando intorno, come in una sfera iridescente color arcobaleno, si aprono mondi che portano a nuove comprensioni. Monica un giorno durante un Residenziale UPE, ci ha mostrato che questo è possibile ed ha effetti potenti. Anche qui altri muscoli da allenare…
Nel tempo grazie alla forza del gruppo, alle colorate sfumature di ogni animo umano con cui sto crescendo, ho acquisito strumenti che posso decidere di utilizzare in ogni momento per stare bene.
Ho una valigetta di colori da aprire e spargere dentro e tutto intorno!
D’altronde… dopo la tempesta a volte spunta l’arcobaleno, ed è allora tempo di fermarsi a contemplare la meraviglia intorno a noi e dentro di noi… ESSERI umani tanto fragili e complessi quanto meravigliosi.