Luce e oscurità, ovvero l’accettazione di sé

La Comunicazione Umana Interattiva spiegata da Harry Potter

Luce e oscurità, ovvero l'accettazione di sé

Cari lettori, ci stiamo avvicinando al Natale e sono felice che questo momento coincida proprio con questo articolo. Oggi abbiamo 2 video tratti dal film Harry Potter e l’ Ordine della Fenice.

Facciamo un balzo in avanti, direttamente al quinto anno di Harry Potter a Hogwarts, anno cruciale, che segna l’inizio di un processo fondamentale nella vita di Harry, così come in ogni ragazzo: il passaggio da bambino a giovane uomo.

Come accade ciò? Possiamo dire, con una catarsi.

Più cresce, più si rende difficile e pericolosa la battaglia contro il mago oscuro Voldemort, più Harry si ritrova a fronteggiare cose di sé mai toccate prima: senso di impotenza, frustrazione, rabbia, finanche odio per i suoi stessi cari amici.

“È che mi sento così arrabbiato, continuamente e, se dopo tutto quello che ho passato, ci fosse qualcosa di storto dentro di me? Se stessi diventando cattivo?”

“Non sei una persona cattiva. Sei una persona buonissima a cui sono capiate cose cattive, mi capisci?” gli dice il padrino Sirius Black. Questo è una spetto che dobbiamo sempre ricordare, quando siamo tentati di giudicare qualcuno. Sappiamo cosa ha passato, che disavventure ha vissuto e quali sofferenze ha provato, specialmente da bambino? È utile andare contro, o è più utile andare verso? E quando quella persona siamo noi stessi? Quanto siamo severi?

Ma ancor di più: Harry è una persona cattiva o forse per la prima volta si ritrova in una situazione complicata da gestire e, non sapendo ancora che fare, prova rabbia? Rabbia, in fondo, per se stesso, per non essere all’altezza della sue stesse aspettative? Per non assomigliare a suo padre come vorrebbe? Non è mai capitato a voi di non riuscire e arrabbiarvi per questo? E continuiamo ad arrabbiarci, combattiamo, resistiamo, erigiamo dighe anziché far fluire il fiume, la nostra umanità che è fatta anche di brutti pensieri e passi falsi.

Quasi al termine del libro, Harry fa una cosa del tutto inaspettata: cede. Permette all’Oscurità, a Voldemort, di entrare dentro di lui. Si accascia, striscia e sibila come un serpente. E sorprendentemente questa accettazione lo libera. E lui, lì, diventa un uomo, capace di accettare la sua natura, tutta la sua natura, per poi scegliere con consapevolezza chi vuole essere. Non è più arrabbiato con Voldemort, ma si dispiace  per lui e la sua condizione di crudeltà.

In sostanza: quando spendiamo energie a giudicarci e arrabbiarci con noi, non investiamo energie ad ascoltarci, guardarci in tutta la nostra meravigliosa complessità e a migliorarci. E ve lo dice una persona che non solo si giudica, ma si giudica perché si giudica, pensate un po’! Per questo scrivo a voi: per scrivere a me.

 

E per questo vorrei farmi e farvi questo regalo di Natale, un promemoria, un consiglio: ricordiamo sempre che siamo una marea di cose, belle e brutte, e per scegliere chi vogliamo essere non possiamo non vedere, accettare, amare, ogni parte di noi. Perché se cacciamo via una parte di noi, saremo solo più deboli, come il mago oscuro Voldemort che divide la sua anima in pezzi, e proprio per questo diventa vulnerabile. Se invece accogliamo una parte oscura di noi, avremo un alleato in più, che si sentirà amato e sarà dalla nostra parte.

 

“Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, ciò che conta è da che parte scegliamo di agire, è questo quello che siamo.”

 

Buon Natale

Maddalena Sarotto

Copertina a cura di Maddalena Sarotto

Le opere citate sono proprietà dei rispettivi autori, riprodotte per scopo di discussione in conformità con l’articolo 10 della Convenzione di Berna, gli articoli 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633 e D.L. n. 68 del 9 aprile 2003 della legge italiana

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