6 novembre – La speranza

6 novembre - La speranza

Giorno II: 6 novembre – La speranza.

 

Il Covid mi ha dato dolori alle articolazioni veramente forti e mi sono sentita debole.

Questa mattina però mi sono alzata e stavo decisamente meglio. Persisteva il male alla gola e la tosse ma nell’insieme niente male.

Non avevo dolori ed ho pensato “Che bello, è durata poco”. Mi sono alzata, ho preparato la colazione per tutti e poi una bella doccia.

Insomma ho visto speranza.

 

Poi, nel corso della mattinata, è arrivata di nuovo la stanchezza e mi sono dovuta mettere a letto perché stare in piedi era veramente faticoso.

Ho sentito la mia dottoressa: è stata veramente molto gentile ed accogliente e mi ha prescritto un antibiotico per iniziare.

Sapeva già della mia positività e mi ha detto che si aspettava la mia telefonata.

Così ho scoperto che appena c’è positività viene fatta la denuncia alla Prefettura e al Comune. Finita la quarantena avrò bisogno di un certificato rilasciato dall’Ufficio d’Igiene che certifica la guarigione… se no rischio la galera!

Questa cosa mi ha colpito molto: credo che neanche per i delinquenti ci sia una procedura così serrata e severa.

 

Per fortuna arrivano anche le belle notizie: il tampone di mia mamma è risultato negativo!

Pensare di essere la causa della malattia degli altri è di nuovo un carico negativo di sensi di colpa. Poi però ho riflettuto sul fatto che ognuno di noi deve fare le sue esperienze, che io non posso influenzare il cammino degli altri.

 

I ragazzi hanno fatto il tampone: lunedì si avranno i risultati, speriamo bene.

 

Nel primo pomeriggio è risalita la febbre e la debolezza mi ha assalita. Così ho dormito, mi sono riposata e dedicata alla seconda puntata di Harry Potter.

Mi rendo conto che il mio corpo richiede riposo e quindi voglio assecondarlo e mi voglio prendere cura di me.

 

Ore 19. Una telefonata dall’Asl mi comunica che anche mio figlio di 12 anni è positivo, ma asintomatico. Ho letto nei suoi occhi la paura, così ho cercato di rasserenarlo spiegandogli che se non avesse fatto il tampone non avrebbe saputo della malattia.

Nel frattempo nella chat di scuola si è scatenato un delirio: non so come si è venuto a sapere di una positività. Per un momento avrei voluto mandare tutti a quel paese, c’era il panico.

Poi comunicazione ufficiale: tutta la classe in quarantena preventiva.

Una mamma ha portato l’attenzione a me e mio figlio, augurandoci una pronta guarigione.

È bastato lo spostamento di pensiero dalla paura alla realtà, che tutto è cambiato. È uscita umanità. Devo dire che la meditazione della sera mi aiuta molto.

Questo Covid è proprio strano: tira fuori il meglio e il peggio delle persone.

 

Buona notte.
Monica

Monica Franco

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