Accoppiamento neurale

Accoppiamento neurale

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Riferimenti:
Stephens, G. J., Silbert, L. J., & Hasson, U. (2010). Speaker–listener neural coupling underlies successful communication. Proceedings of the National Academy of Sciences, 107(32), 14425-14430.
Una delle caratteristiche peculiari della nostra specie è quella di comunicare attraverso il linguaggio.
La comunicazione verbale, assieme a quella non verbale e paraverbale (ovvero l’insieme di gesti, tono e timbro della voce…tutti aspetti che fanno parte della comunicazione mediante il linguaggio) rappresentano soltanto alcuni dei modi di comunicare.
Tuttavia, vediamo cosa accade al nostro cervello quando una persona comunica verbalmente con noi, raccontandoci una storia o condividendo ricordi, emozioni o idee.
Le ricerche del Dott. Uri Hasson e dei suoi colleghi hanno mostrano come il cervello di una persona che ascolta un racconto tende a sincronizzarsi con quello del narratore.
Questo fenomeno è definito neuralcoupling, ovvero accoppiamento neurale ed è stato studiato tramite immagini a risonanza magnetica (MRI) che hanno permesso di monitorare l’attività cerebrale durante la comunicazione.
In particolare, gli studiosi dell’Università di Princeton hanno dimostrato come le aree attive registrate nel cervello di un gruppo di persone che ascoltano una storia tendono ad allinearsi con quelle di chi racconta.
Inoltre, maggiore è il livello di accoppiamento neurale, ovvero tanto più precisa è la corrispondenza tra i picchi delle onde celebrali, tanto migliore risulta essere il grado di comprensione della storia.
L’accoppiamento neurale si manifesta a prescindere dalle differenze linguistiche o culturali; lo stesso racconto narrato in lingue differenti a persone di varie nazionalità tendeva ad attivare sempre le stesse aree cerebrali in tutti i soggetti.
I ricercatori ritengono che questo fenomeno sia una delle più importanti e dinamiche tra le attività cerebrali legate ai processi di apprendimento nella specie umana.
Inoltre, è stato osservato come in una conversazione, le aree attive nei cervelli di chi parla e di chi ascolta sono accoppiate e le risposte neurali mostrano una dinamica simile durante tutta la chiacchierata.
Anche se spesso le risposte neurali dell’ascoltatore arrivano leggermente in ritardo rispetto alle attivazioni corrispondenti nel cervello di colui che parla, è possibile che le attivazioni neurali di chi ascolta precedano quelle di chi parla. Quando entriamo in profonda sintonia e abbiamo la sensazione di predire ciò che qualcuno sta per dirci, in effetti è possibile che il nostro cervello abbia realmente anticipato il cervello di chi racconta.
Una buona comunicazione ci permette di coinvolgere chi ascolta, entrando in connessione con l’interlocutore a tal punto da sincronizzare i nostri cervelli.

Comitato Scientifico UPE

Voce di Andrea Di Cosola

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