La gentilezza, più che un comportamento è un valore umano.

Molto in voga negli anni ‘50 e ‘60 specialmente in Italia, si accompagnava alla buona educazione ed era un’ottima forma di Comunicazione per molteplici aspetti della vita quotidiana delle persone.

Non tutto ciò che è vintage è superato e non tutto ciò che i nostri genitori o nonni ci insegnano è da dimenticare.

La gentilezza viene reclamata in questi tempi moderni da adulti e giovani.

Sì, perché essa porta in sé la radice dell’empatia e della comprensione e inclusione di sé stessi e degli altri.

Se ci pensate bene quando siamo gentili verso il prossimo, in fondo è come se stessimo facendo una carezza a noi stessi o meglio a quella parte di noi che riconosciamo nell’altro.

Inoltre la gentilezza nel nostro linguaggio ci permette di instaurare una buona comunicazione, per esempio con i colleghi di lavoro, con gli amici, con i nostri parenti, insomma con le persone con le quali intratteniamo relazioni e interazioni. Tutto ciò sembra banale, ma affatto facile.

L’80% dei conflitti nella vita riguardano la sfera lavorativa e familiare e se abbiamo qualche mezzo comunicativo per dissiparne i nodi, male non fa!

La rabbia, il nervosismo, le ostilità, se non proprio incrostate da risentimenti ed energie negative, possono essere facilmente sciolte e pulite da parole gentili come: grazie, prego, per favore, scusa, buon giorno e soprattutto da un sorriso.

Vi consiglio, sia che comunichiate in presenza, sia online, di impostare sempre una comunicazione gentile al mattino quando iniziate la vostra giornata, soprattutto quando ci si alza con il piede sbagliato.

Ricordiamoci che ognuno di noi sta combattendo una battaglia di cui non sappiamo e un gesto gentile e un sorriso può migliorare la giornata del prossimo e la nostra, arricchendoci e soprattutto rendendoci vincitori.

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