Che stia succedendo a me la stessa cosa?
Esperienza di un residenziale
di Mario Sarotto
Vivevo in famiglia con mia moglie Ivana e mia figlia, Maddalena, in un clima che mi pareva tutto sommato, soddisfacente, la somma algebrica dei rapporti dava un segno più e mi ritenevo fortunato. Anche rispetto alle altre famiglie mi pareva che la mia prevalesse quanto a positività.
Un giorno mia figlia mi racconta di strane, “anomale” esperienze guidate da un certo William che a me, sulle prime sembravano un po’ “fuori”, ma mi fidai della sua positiva, entusiastica opinione senza andare nel giudizio.
In seguito Maddalena mi invita caldamente a partecipare al Residenziale, a Chianciano Terme, offrendosi di pagare il relativo costo, ma dandomi spiegazioni che io non compresi molto; comunque, da stanziale quale ero, mio malgrado accettai.
Appena entrato in un’aula di sessanta partecipanti vengo di brutto scaraventato sulla “sedia” accanto a Maddalena, la quale introduce alcuni aspetti del nostro rapporto, che provocarono una sfilza di domande degli astanti.
Risposi come mi veniva, pianti di Maddalena, stato d’animo mio, stranito.
I giorni seguenti assistei ad altre sedie, tutte problematiche ed io che mi chiedevo: dove sono finito?
Comunque al penultimo giorno, non proprio convinto, ma con un tarlo dentro, dichiarai la mia volontà di ritornare.
Al ritorno a casa ricomincia la vita di lavoro e di famiglia ma, cosa succede? Intravedevo vieppiù atteggiamenti accondiscendenti, maggiore disponibilità delle persone intorno a me, bò? Non collegavo…
Il famoso tarlo mi rodeva senza che me ne accorgessi, i rapporti reciproci miglioravano in casa, maggior disponibilità al confronto, maggior tolleranza da parte di ognuno, anche nell’ambiente esterno.
Ritornai ai residenziali successivi e questi effetti positivi crescevano di volta in volta, recepivo stimoli inconsapevolmente dalle sedie che si succedevano e me li portavo via con me e li diffondevo intorno a me senza che me ne accorgessi. Li vedevo evidenti in Maddalena e nell’intorno famigliare e di lavoro, vedevo la risposta degli interlocutori sempre positiva e accogliente: che stia succedendo a me la stessa cosa?
Mia moglie godeva di questi miglioramenti, che però non imputava ai residenziali. Rimane incerta e dubbiosa tuttora, ma anche lei è cambiata di riflesso.
Io stesso riconosco che la mia fede cattolica immatura, ma necessaria fino a quel momento per sopravvivere, si consolidava e trovava spunti e agganci che portavano chiarezza, come l’ansia, intesa come indicatore positivo di comportamento, che io subito associai alla coscienza del cristiano, che gli parla e lo consiglia sul da farsi.
Il rapporto con i partecipanti, che continuava costante sulla chat, raffrescava e manteneva viva l’esperienza del Residenziale, con i richiami costanti del formatore, e consolidava l’esperienza vissuta.
Concludo. Un’esperienza che mi viene di associare alla legge fisica dell’azione alla quale corrisponde una reazione uguale e contraria, con una precisazione fondamentale, qui la reazione non è affatto uguale all’azione, bensì multipla rispetto all’azione: Amore dato e ricevuto moltiplicato, poi diffuso, ma senza mettere impegno particolare che non sia spontaneo.
Non essendo un mutamento conscio ma sussistente non posso spiegarlo meglio di così il beneficio del Residenziale, ma con un invito a diffonderne la notizia e l’invito alla partecipazione.
Grazie.
Mario Sarotto