Matteo Nassigh: e LUCE sia!

“Perché io voglio che il mio pensiero vada in molti luoghi e in molti cuori perciò, se riuscite, cercate di portarlo lontano sulle strade che voi sceglierete.” (Matteo Nassigh)

 

Inizio da qui per raccontare il mio incontro con Matteo Nassigh.

Difficile spiegare in parole le emozioni del mio incontro con questo ragazzo estremamente luminoso. Ancora risuono…

 

Mesi fa, ad una festa, l’ho intravisto, era solo e non ho osato avvicinarmi. Non sapevo come fare a relazionarmi con lui.

Ad un certo punto è come emerso un pensiero dentro di me: “Io ti vedo” alla Avatar (film del 2009) e la voglia di saperne di più di lui è stata forte.

Finita la festa ho chiesto ad amici comuni e ho iniziato a leggere il suo blog: “Pensieri di luce di Matteo Nassigh. Vita a rotelle di uno con le rotelle pensanti” (https://matteonassigh.com/blog)

 

Ne riporto alcuni passaggi per dare l’idea di che tipo di persona sto raccontando…:

 

“Credo che ciascuno di noi nasca con il coraggio, se non altro per lo sforzo chiesto per venire alla luce, a volte però gli eventi della vita ci fanno credere di non averne o di essere deboli e inutili, cosa avrei dovuto pensare io, secondo voi, per come sono messo fisicamente? Ma io credo, e lo dimostro ogni giorno lottando per vivere, che ciascuno di noi sia un prodigio di bellezza, di vitalità e di coraggio.”

 

“Tutti noi veniamo per una missione e, se la facciamo, stiamo bene con noi stessi e con gli altri, ma se non la facciamo non stiamo bene e ci sentiamo vuoti di senso. Trovare il senso del nostro essere è la cosa più importante che ci sia, se non lo troviamo siamo persone che non sanno vedere oltre il visibile. Invece, se lo troviamo siamo molto luminosi e viviamo molto bene, anche in condizioni faticose e in corpi faticosi.

Il senso è il percorso da percorrere.”

 

“Tutti noi dobbiamo lasciare un segno importante nel mondo, ciascuno nel suo modo e nel suo tempo, ma non si può vivere senza lasciare segni.”

 

Da qui è nata la decisione di far conoscere Matteo; anzi è proprio lui che mi ha ispirato l’idea di intervistare persone appassionate dell’essere umano (così come UPE) e scrivere di loro sul blog, sicura che un seme che vola nel vento, cade e germoglia dove il terreno è pronto ad accoglierlo.

Anche di questo abbiamo parlato con Matteo che semina attraverso il suo blog e l’Associazione CXC (Curare chi Cura https://associazionecxc.org) da lui fondata insieme ad altri amici, con l’intento di far comprendere il vero concetto di Disabilità così spesso frainteso.

Sì perché Matteo è un profondo lettore dell’animo (meglio anima) umano, formula pensieri di luce, e per vivere ha bisogno di affidarsi alle cure degli altri in quanto non autosufficiente.

 

Sono uscita arricchita e grata nel profondo per lo scambio così naturale ed autentico che si è venuto a creare, con la partecipazione di sua madre, che con maestria legge quello che Matteo comunica indicando le lettere su una tavoletta.

 

Da qui in poi riporto il suo pensiero così come da lui formulato:

 

“Intendo aiutare le persone a stare meglio, le persone hanno bisogno di luce e di saper vedere oltre il visibile. Invece molti non sanno farlo, si fermano a ciò che vedono e non guardano oltre. Se le persone sapessero guardare oltre il visibile, si risolverebbero molti problemi e ci sarebbero meno conflitti e meno paura di chi è diverso.

Perché la paura del diverso nasce dal fatto che si guarda solo alla diversità e non a ciò che sta dentro le persone. Per imparare a guardare dentro gli altri occorre iniziare a guardare dentro se stessi, ma le persone hanno paura di guardarsi dentro e vedere il proprio ESSERE.

 

Spesso vogliamo rimanere nel dolore, perché sembra che ci possa dare un senso, ma non è vero per niente! Il dolore bisogna attraversarlo, ma poi andare oltre.

Bisogna andare oltre, lo devi dire a TUTTI!

Perché il senso della nostra vita è la FELICITÀ!!!

La felicità è quello che dobbiamo sempre cercare, non il dolore, quello serve per evolvere.

Perché dal dolore possiamo imparare molto se vogliamo, ma dopo aver imparato, non dobbiamo cercare di rimanere nel dolore, bensì dobbiamo cercare la felicità SEMPRE!

Le persone vogliono stare nel dolore perché pensano che quel dolore serva ad evitargli altri dolori. Ma non è così!

 

Perché la nostra anima sceglie le prove da affrontare per poter evolvere, per questo non serve rimanere nel dolore.

Il dolore può diventare quello che ci fa cambiare, ma solo se NON rimaniamo attaccati ad esso.

 

Per guarire le proprie ferite occorre chiudere con il passato e aprire il cuore al presente, senza paura di soffrire perché è proprio la paura di soffrire che ci fa chiudere il cuore agli altri e ci fa diventare persone che non possono imparare più niente.

 

Se riusciamo ad evolvere dal dolore allora diventiamo persone di LUCE.”

 

Mentre parlava Matteo mi è salito alla memoria un giorno in cui, durante un Corso Residenziale in UPE, William Giangiordano, ideatore e fondatore di questa splendida avventura, ci ha chiesto a bruciapelo “Voi avete deciso di smettere di soffrire?”

 

Eh……ohm…ohm….mah ….mmmmmm…

 

Mi sento profondamente fortunata perché sul mio cammino su questa terra incontro sempre più spesso persone preziose che arricchiscono la mia esistenza.

 

La lista si allunga.

 

Matteo a presto e grazie di quel che hai voluto condividere con me (e di me…).

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