Le dimensioni contano – Il paradosso della divergenza

Le dimensioni contano

Il paradosso della divergenza

Ben tornati e grazie del tempo che mi state donando.

È facile comprendere come in questa dimensione, 4D, il presente sia l’unico valore del tempo.

Esiste solo un perenne presente, un unico “adesso” dove io sono sempre in grado di scegliere (azione). Al contrario della 3D, dove il presente non è che raramente percepibile in un continuo circolo temporale che ha come centro un punto fisso immodificabile. (Ricordate le ferite dell’io? le convinzioni? i condizionamenti primari? …tutte cose che avete lasciato nella 3D… giusto?)

In 4D non ci sono più rigide convinzioni o regole inviolabili ma addirittura si può liberamente vivere il paradosso di cambiare tutto in un attimo. In 4D tutto ciò che era vero un attimo fa può non essere vero ora. Posso liberamente modificare la mia traiettoria in infinite linee temporali tramite una semplice decisione (ricordo che la “decisione” è una emozione promiscua positiva attivante che ottimizza la risposta alle sollecitazioni esterne). Chiarisco, essendo in tempo presente ed in gestione delle emozioni, in 4D sono sempre libero di decidere la forma pensiero (vibrazione) più idonea momento per momento, scegliere diventa finalmente possibile non solo azione/reazione o istinto primordiale…bello vero?

In quarta dimensione ci muoviamo verso l’equilibrio riducendo di molto la forza disintegrante della dualità, la diminuzione del giudizio ci porta più vicino all’unità ed alla sua forza integrante.

Questo è per me un punto essenziale che fa della 4D una pietra angolare dell’evoluzione e   cercherò di spiegarlo al meglio pur sapendo che va vissuto per diventarne consapevole.

In 3D la percezione di me è quella di un punto isolato dal resto che ignora o a malapena vede tutti gli altri punti del disegno: io contro gli altri, quindi necessità di regole rigide e confini ben definiti, tutto ciò che è esterno a me è un pericolo, un virus cattivo che vuole la mia morte.

In 4D si percepisce invece la non separabilità del singolo punto da tutto il disegno e come tutto funziona così in uno scambio costante in continua connessione. I confini sono illusori, ognuna delle mie cellule pur mantenendo la propria identità è in continua connessione e scambio. La chiave di questo è la comunicazione (all’inizio fu il verbo), inizio di tutto è la com-uni(one)-cazione.

La comunicazione verso il tutto e non per escludere il tutto, integrare e non escludere, decisione volontaria, comprendere che ogni cosa nella creazione funziona così. Non si tratta di cambiare qualcosa o qualcuno ma di integrare ogni cosa ed ogni singolo essere umano, pianta e animale, aprire gli occhi verso il vero scopo del gioco chiamato vita, allineandosi con il tutto.

Le esperienze ci apriranno ad un benessere persistente, vivremo prevalentemente nella felicità della libera decisione, comprenderemo la potenza della comunità e della visione d’insieme. Il perdono e l’amore in 4D sono sentimenti pregnanti, la realtà dove i nostri pensieri non più reattivi generano la realtà migliore per noi, sempre.

Attualmente l’umanità tutta sta attraversando, insieme a Madre Terra, un periodo molto opportuno per effettuare un salto di livello, aumentare lo stato di coscienza per passare dalla 3D alla 4D. Il passaggio richiede energia ed ogni resistenza che generiamo, volendo permanere in 3D, non fa altro che aumentare il dispendio energetico, rischiando di far imballare il nostro processore dimensionale mandandolo in un superlavoro. (Vi sentite stressati? Bene ora sapete il perché).

Ricapitolando la 4D comincia ad annullare le strette regole della dimensione precedente mettendo sempre di più il singolo giocatore nella capacità di essere autonomo di decidere

Tempo presente, integrazione, condivisione, comunione sono le chiavi per divertirci nella 4ª.

 

Ma le dimensioni non finiscono mica qui… siete pronti ad aprire le porte all’essere?

Comitato Scientifico UPE

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