Intanto in Irlanda…

Intanto in Irlanda...

Un contributo di Fabiana

I giorni passarono e mi abituavo sempre di più alla lingua. Le amicizie aumentavano.

Ogni weekend un gruppo di italiani, spagnoli, lituani e locali si ritrovava in un parco per passare il pomeriggio insieme e godersi le ultime giornate di sole prima del buio e freddo inverno irlandese.

Ho vissuto tanti episodi che ci sono successi in quei mesi.

Come quello successo in palestra: prima lezione di ginnastica. Entrai in palestra e alcuni ragazzi si avvicinarono chiedendomi:”Ma è vero che voi italiani giocate benissimo a basket?” Io confusa risposi di no, senza capire il nesso tra gli italiani ed il basket. Loro convintissimi me l’hanno chiesto quasi a tutte le ore di ginnastica, stereotipo che non sapevo ci fosse.

 

Un altro giorno, dato il dolore ai piedi provocato dalle scarpe nuove della divisa, non resistetti e me le tolsi in mezzo al corridoio. Per cercare di ammorbidirle io e la mia amica tedesca iniziammo a massaggiarle. Studenti e professori passarono e ricevemmo occhiate a non finire, anche se noi, nella nostra sfera di felicità, ridemmo per la situazione imbarazzante e strana.

 

Poi arrivò l’inverno.

La mia famiglia mi aveva avvertita che la temperatura ed il paesaggio sarebbero cambiati. Una volta usciti da scuola non si incontrava più nessuno se non quelli usciti per fare la spesa e il caratteristico verde smeraldo del paesaggio sarebbe scomparso.

Con l’arrivo dell’inverno la mia famiglia aveva anche previsto il periodo più difficile per ogni ragazzo che frequenta un anno all’estero: NOVEMBRE.

Freddo, poca luce, mancanza dei familiari e del proprio paese.

E poi la fine della “luna di miele” (lo descriveva così mia mamma). In pratica consiste nel rendersi conto che a questo punto sei entrato in una routine e tutto inizia a sembrare monotono, insomma finisce il periodo in cui salti da una novità all’altra con l’entusiasmo che straborda.

Ma il mio anno era ancora lungo. E il verde sarebbe tornato…

Fabiana

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