Capitolo 5
Il mio secondo sogno lucido
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Iniziai a sentire il bisogno di dare più spazio alla mia parte razionale, avere più controllo sulle cose e allo stesso tempo bramavo il risveglio di certe emozioni, di passioni, di follia .
Dalla finestra lo scenario era così diverso della mia solita vita in Italia. Sembrava di essere su un altro pianeta. Le luci di una metropoli sembrano quelle di un caleidoscopio e ti ipnotizzano ma io volevo essere presente e godermi tutta quella esperienza. Non mi sentivo a casa ma mi sentivo a mio agio.
I miei sensi si stavano ambientando.
Una notte feci un sogno, un sogno lucido.
Sapevo che stavo sognando ma tutto era così reale.
Precipitavo in dimensioni: passato, presente, luci, buio, stelle.
Arrivata a destinazione, era una città. I palazzi erano tutti alla stessa altezza e il colore mi colpì molto perché insolito. Verde.
Poco dopo sentivo l’arrivo di qualcun’altro alle mie spalle, atterrato dal nulla anche lui.
Era un uomo che conoscevo e con il quale ho condiviso un rapporto epistolare e non solo per molti anni e anche qualche dolore.
Si girava di scatto e leggevo sul suo volto una strana inquietudine, percepivo che non era lì che voleva trovarsi, era come se avesse paura.
È l’unica persona che credo ancora oggi non mi abbia perdonata per un’offesa fatta.
Mi fissava incredulo e felice e si abbandonava ad un profondo abbraccio, diventando con me un’unica cosa. Si generava della luce dai nostri corpi. Tutto era silenzio. Il tempo si fermava.
Ancora oggi non so quanto tempo sia passato in quell’abbraccio. Forse anni. Non ci staccavamo, serviva a comprenderci e a perdonarci.
All’improvviso quell’incantesimo di amore e quiete veniva interrotto da una forte esplosione e con coraggio, come se già sapessimo quale era il nostro compito, ci dirigevamo di corsa nella direzione di quel forte frastuono come due paladini, due titani pronti a tutto…
Germana Guaraldi
Voce di Chiara Lenzi