I vantaggi della CUI nel mondo del lavoro – parte 3

I vantaggi della CUI nel mondo del lavoro

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Proseguiamo nel nostro viaggio dei vantaggi della CUI nel mondo del lavoro. Nella prima puntata abbiamo introdotto il discorso dell’ascolto verso se stesso e verso gli altri, fondamentale per comprendere se stessi e gli altri ed evitare i deleteri “concetti mal capiti” che possono sabotare il buon andamento di un colloquio o una riunione lavorativa. Nel secondo articolo, abbiamo trattato dei Condizionamenti Primari Inconsci, i famosi CPI, e avevamo raccontato di come interfacciarsi con persone orgogliose e insicure.

Ricordo che la CUI “classifica” i 7 seguenti condizionamenti affettivo, socievole, insicuro, orgoglioso, lucroso, comodo e salutista. Tutti gli esseri umani che popolano questo pianeta non “scappano” a questi CPI, ossia li possiedono tutti e 7 ma su questi 7, 1 o 2 sono preminenti. Il CPI è, di fatto, quel “regalo” che noi ci portiamo dalla nascita (parte biologica) e che si modella durante la nostra crescita a seconda degli eventi/traumi/ferite che caratterizzano la prima parte della nostra vita.

Tra i CPI più importanti troviamo l’affettivo, CPI di cui anche il sottoscritto ne è “affetto”. Diciamo che questo CPI, insieme al socievole (che tratteremo di seguito), è tra i più comuni e preminenti (v. sopra) nella maggior parte delle persone.

Come si rivela a noi l’affettivo? Come tutti gli altri, si rivela dai suoi comportamenti. Non considerando i tempi di COVID che sono una condanna per l’affettivo (come per il socievole del resto per altri motivi, come si vedrà di seguito), normalmente si rivela subito nella stretta di mano iniziale quando tende spontaneamente ad avvicinarsi alla persona di fronte. Se l’avete riconosciuto subito, mentre gli stringete la mano, con la mano sinistra potete toccargli il suo braccio destro per un ulteriore gesto di saluto, lui non se ne avrà a male, anzi apprezzerà molto! La prossemica mostra tantissimo l’affettivo, perché cerca la vicinanza nello spiegare i concetti, nel cercare comprensione (soprattutto succede negli affettivi mortificati da traumi nel passato) e sentirsi quindi, in qualche modo “amati e accolti” per quello che si è, anche nel mondo lavorativo. Si può riconoscere un affettivo quindi anche senza stringergli la mano, come scrivevo, basta vedere come e quanto si avvicina alle persone: fate caso alle foto…l’affettivo “cerca” sempre di avvicinarsi il più possibile, la testa non è mai dritta è sempre piegata e rivolta verso la persona a fianco.

Anche per il socievole la prossemica è fondamentale, il socievole adora confrontarsi e, come dice la parola stessa, socializzare con gli altri, con più gente possibile, anche contemporaneamente, i convegni ad esempio, dove magari il socievole si presenta con un suo intervento al pubblico e successivo bagno di folla sono una vera estasi per lui (comprenderete quindi che il lockdown è stato molto difficile per lui). La prossemica dicevamo, il socievole mantiene una distanza di sicurezza (50 – 60 cm), al contrario dell’affettivo teme la eccessiva vicinanza. Nella stretta di mano, il socievole si manterrà quindi ad una certa distanza e lo capirete perché non vi permetterà con la rigidità del suo braccio di poter avanzare verso di lui. Ergo, ascoltatelo, lasciategli spesso la parola, non interrompetelo, ed interagite con lui ma sempre a una buona distanza!

A questo appello mancano il lucroso, il comodo e il salutista che saranno trattati nel prossimo articolo…a presto!

Comitato Scientifico UPE

Voce di Andrea Di Cosola

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