Comunicando con gli oli essenziali
Parlo tanto di oli essenziali e volevo, questa volta, portare la mia esperienza personale nell’uso di questi doni meravigliosi della natura.
Sono una persona che ha sempre avuto un grandissimo coinvolgimento con gli odori. Ho sempre amato i profumi e ho sempre profumato la casa. All’inizio per me gli oli essenziali erano soltanto profumi per casa. Ho capito poi, che quelle che usavo per profumare casa, erano soltanto essenze sintetiche economiche e tossiche: non conoscevo minimamente il loro potere terapeutico.
Quando ho conosciuto gli oli essenziali come soluzioni naturali per tante problematiche di salute mi si è aperto un nuovo mondo. Ero colpita del loro effetto sulla mia pelle, nel mio caso specifico sulla cicatrizzazione di una grandissima ferita sul seno. Da lì è partito il mio interesse sul potere degli oli.
Ho cominciato a comprarli, quelli veramente puri. Il primo approccio era se l’aroma mi piacesse o meno. Tutto molto sensoriale, si fermava ad una sensazione piacevole o meno all’olfatto. Poi ho cominciato a leggere, usare gli oli e seguire le indicazioni di quello che apprendevo. Ho constatato sempre di più i risultati e gli effetti su di me e sulla mia famiglia: mi sono innamorata.
Oggi avere la mia scatola con tutti i miei “amici” mi da un senso di protezione. So che per qualsiasi cosa di cui io possa aver bisogno troverò qualcosa di naturale che interagirà con il mio organismo in modo compatibile attraverso l’intelligenza della natura. Inoltre, un’altra percezione che ho quando guardo la mia scatola speciale, è di avere accesso a una biblioteca dell’esistenza: dentro ogni singola bottiglia trovo del liquido impregnato di informazioni sull’essenza della vita.
In uno degli ultimi incontri online dell’Università UPE si è parlato del seme di una pianta. Il seme non è ancora la pianta ma il suo potenziale di divenire pianta. Una volta in contatto con la terra e l’acqua succede quell’alchimia che fa esprimere tutto quel potenziale e “realizzare” la pianta. In questa “alchimia” la pianta in divenire metterà le radici che affonderanno nel terreno, farà emergere il tronco, rami, foglie, fiori e frutti in un meraviglioso processo di crescita. Ogni parte di questa pianta racconterà una sua caratteristica evolutiva e porterà con sé un messaggio.
Per me i miei “olietti” sono molto di più che rimedi o profumi naturali a portata di mano. Li vedo come informazioni che possono interagire con me e contattare parti di me sconosciute o addormentate e portarle in consapevolezza. Sono delle risorse su cui posso contare per andare nelle parti più profonde di me, ma anche in quelle più cognitive: sono dei grandi alleati nel mio processo di autoconsapevolezza.
Bergamotto, Menta Piperita, Sandalo, Vetiver, Mirra e Incenso: questi quelli con cui sono più legata, che uso per sentirmi in contatto con me. Anche tutti gli oli citrici, balsamici o mentolati mi stimolano e mi predispongono ad un’apertura. Quelli speziati non mi fanno impazzire ma noto quanto mi danno energia e quanto sono efficaci per me. Ci sono alcuni che ho aperto una volta sola e li ho rifiutati ma sono sicura che è solo perché non sono ancora pronta per quel “messaggio”. Li custodisco con affetto per quando sarò pronta a integrarli.
La comunicazione degli oli con ogni organismo, sia a livello fisico che emotivo, sarà sempre individuale perché si tratta dell’interazione tra informazioni: l’essenza della natura e il modo dell’essere umano di recepire quell’informazione. La comunicazione è, e sempre sarà, un processo evolutivo.
Per me gli oli sono un piacevole veicolo evolutivo e voi che ne pensate?