Cartesio, “so di non sapere ma cogito ergo sum”

Rubrica: Filoso-via

di Sara Ombellini – Vicepresidente UPE Emilia Romagna

Filoso-Via, ovvero Filosofia in movimento

Sara Ombellini, invia alla rubrica Filoso-via questo suo contributo su Cartesio.


Renes Descartes, detto Cartesio, è un pensatore della prima metà del 1600, noto anche come fondatore della filosofia moderna. La sua ricerca inizia con l’ammissione della propria ignoranza.

«Mi trovai intricato in tanti dubbi ed errori, che mi sembrava di avere tratto nel tentativo di istruirmi un unico utile: la crescente scoperta della mia ignoranza».

Nonostante abbia studiato nel miglior collegio di Francia, si trova con la testa piena di nozioni e teorie, ma zero certezze e una scarsa capacità di affrontare le difficoltà della vita. Inizia così a viaggiare per cercare nel grande libro che è il mondo le risposte che ancora non aveva saputo trovare.
Viaggiando si rende conto che conoscere tante persone e situazioni non porta a una reale comprensione del tutto. Arriva così alla conclusione che il mondo merita di essere girato per arrivare a comprendere che non è viaggiando che si giunge alla vera conoscenza ma che le uniche vere certezze si possono trovare solo dentro di sé.

 «Presi la decisione di studiare me stesso […] e ci riuscii molto meglio, mi pare, che se non mi fossi mai allontanato dal mio paese e dai miei libri»

Per Cartesio la ragione è uguale in tutti gli uomini, cambia solo il modo di usarla, quindi tutto dipende dal metodo che si utilizza. Da qui l’importanza di costituire un metodo preciso ed efficace.

L’ indagine interiore diventa per lui la premessa dell’intera ricerca: prima di avviare la ricerca occorre indagare all’interno della propria personalità per trovarvi un metodo adatto. Il metodo che Cartesio ritiene valido sopra tutti è quello matematico.
Il suo metodo si suddivide in 4 fasi: evidenza, analisi, sintesi e controllo.

L’evidenza è tutto ciò che risulta chiaro e distinto, basta che ci sia il minimo dubbio o pregiudizio per considerarlo falso e metterlo in discussione.

Nella fase dell’analisi, ciò che sto esaminando e mi risulta problematico lo scompongo in tante parti, il maggior numero di suddivisioni possibili affinché diventino tutte di facile soluzione.

Successivamente all’analisi si passa alla sintesi. Qui si rimettono insieme le soluzioni partendo dalle parti più semplici a salire gradino per gradino fino alle più complicate attraverso l’uso della ragione.

Una volta ricomposto il tutto si passa alla fase del controllo sia delle eventuali parti dell’analisi che sono state tralasciate sia la revisione della sintesi affinché il risultato ottenuto possa considerarsi valido.

Il “Discorso sul metodo” di Cartesio è uno scritto breve, ma completo perché oltre a spiegare il suo metodo, riassume tutta la sua filosofia ed è una autobiografia spirituale.

«cogito ergo sum»

La conoscenza di tipo sensibile è da considerarsi attendibile?

Se io sogno e non so che sto sognando avrò una conoscenza sensibile ma non veritiera della realtà. Quindi possiamo immaginare che anche nella realtà che viviamo attraverso i sensi ci sia un genio maligno che si diverte a ingannarci e a farci apparire vero ciò che è falso e viceversa. Ma se ho il dubbio della veridicità o meno di una cosa posso dubitare di tutto ma sono certo che esiste un dubbio e un io dubitante.
Anche se ora stessi sognando tutto questo posso dubitare di questa realtà e se io dubito significa che io penso e il pensare appartiene a un corpo che sono io stesso, e quindi so che esiste un io pensante talvolta dubitante.

Dal dubbio nasce la certezza di un pensiero e dunque la sicurezza che io sono, che esisto. Dal dubbio più atroce nasce la certezza più splendente del  “cogito ergo sum”, penso dunque sono.

Con questo tassello di evidenza Cartesio ha riportato tutto il suo sapere a un nucleo di verità a cui appoggiarsi per risollevare l’intero mondo.

unsplash-logoCristina Gottardi

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