La mappa corporea delle emozioni

La mappa corporea delle emozioni

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L’etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori.

Esistono varie definizioni di cosa siano le emozioni e, soggettivamente, ciascuno di noi ne ha esperienza continua, ogni giorno, anche se molti meccanismi che le regolano sono ancora da esplorare. Tuttavia ciascuno di noi ha esperienza diretta di come le emozioni agiscano nel corpo, ad esempio tramite manifestazioni a esse correlate es. batticuore, sudore ecc. Il legame tra emozioni e stati corporei si riflette anche nel modo in cui parliamo di emozioni: gli amanti delusi potrebbero avere il cuore spezzato e la nostra canzone preferita potrebbe darci un brivido lungo la schiena.

Numerosi studi affermano che i sistemi emotivi ci preparano ad affrontare le sfide incontrate nell’ambiente regolando l’attivazione del sistema cardiovascolare, scheletrico muscolare, nervoso e neuroendocrino.

I modelli di elaborazione emotiva presuppongono che le emozioni siano innescate dalla percezione di stati corporei legati alle emozioni stesse, che riflettono dei cambiamenti nei sistemi scheletrico, neuroendocrino e nervoso autonomo.

Nello studio di Nummenmaa, Glerean et al., sono stati coinvolti circa 700 partecipanti per studiare  dove le emozioni sono percepite nel corpo e poter quindi associare ad un’emozione, una o più specifiche aree corporee. È stato utilizzato un metodo computerizzato di autovalutazione topografica, ovvero, sono state mostrate due sagome di corpi accanto a parole emotivamente evocative, storie, film o espressioni facciali, ed è stato chiesto ai partecipanti di colorare le regioni corporee la cui attività sentivano essere aumentata o diminuita durante la visione di ogni stimolo.

Complessivamente i risultati rivelano delle mappe delle sensazioni corporee (BSM) distinte, associate a emozioni sia di base che complesse. Queste mappe costituiscono la descrizione più accurata disponibile fino ad oggi delle sensazioni corporee legate alle emozioni soggettive. Le varie mappe tracciate sono in linea con le prove di brain imaging, ovvero una tecnica diagnostica che consente di visualizzare l’attività cerebrale, e studi comportamentali, evidenziando la struttura dei sistemi emotivi e dei circuiti neurali che ne supportano l’elaborazione.

La maggior parte delle emozioni di base era associata a sensazioni di elevata attività nella parte superiore del torace, probabilmente corrispondenti a cambiamenti nella respirazione e nella frequenza cardiaca. Allo stesso modo, le sensazioni nell’area della testa sono state condivise tra quasi tutte le emozioni, riflettendo probabilmente sia i cambiamenti nell’area facciale (l’attivazione della muscolatura facciale, la temperatura cutanea, ecc.) sia i cambiamenti percepiti nei contenuti della mente innescati dagli eventi emotivi . Le sensazioni agli arti superiori erano più importanti nelle emozioni orientate all’approccio, rabbia e felicità, mentre le sensazioni di ridotta attività degli arti erano una caratteristica distintiva della tristezza.

Queste mappe corporee potrebbero riflettere gli stati corporei accessibili consapevolmente durante l’elaborazione emotiva, anche se potrebbero non essere direttamente correlati a specifici cambiamenti fisiologici.

Per verificare se le sensazioni corporee emotive riflettono modelli di sensazione culturalmente universali rispetto a specifiche associazioni concettuali tra emozioni e corrispondenti cambiamenti corporei nelle culture dell’Europa occidentale, è stato condotto un altro esperimento di controllo con un campione di persone taiwanesi: i BSM (mappe delle sensazioni corporee) associati a ciascuna emozione erano sovrapponibili nei campioni dell’Europa occidentale e dell’Asia orientale.

Infine, le emozioni sono associate a mappe distinte, ma parzialmente sovrapposte, di sensazioni corporee, che potrebbero essere al centro dell’esperienza emotiva. Svelare le sensazioni corporee associate alle emozioni umane può aiutarci a comprenderle meglio quando queste sono presenti in noi e negli altri.

Comitato Scientifico UPE

Voce di Chiara Lenzi

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