Empatia ed Evoluzione

Empatia ed Evoluzione

L’Empatia è una delle caratteristiche dell’Intelligenza Emotiva, ed è definita come la capacità di porsi nello stato d’animo di un’altra persona.

Questa capacità è resa possibile dai cosiddetti “neuroni specchio”,  scoperti nelle scimmie dal gruppo di ricerca di Giacomo Rizzolatti negli anni novanta, che hanno la particolarità di attivarsi sia quando compiamo un’azione, sia quando semplicemente la vediamo compiere.

La zona del cervello responsabile della risposta empatica è la corteccia cingolata anteriore.

Essa si comporta in modo identico sia negli umani che nei ratti, questo dimostra che i meccanismi legati all’empatia hanno un’antica e comune radice evolutiva.

 Uno studio effettuato da ricercatori del Netherlands Institute for Neuroscience ad Amsterdam, diretti da Christian Keysers e Valeria Gazzola, e pubblicato su “Current Biology”, ha dimostrato sperimentalmente l’ipotesi che la corteccia cingolata anteriore sia la sede dell’empatia. Lo studio fa luce sulle basi neurali di molti disturbi psichiatrici caratterizzati da una mancanza di empatia, e in particolare della psicopatia.
Studi di brain imaging nell’essere umano hanno mostrato che quando vediamo qualcun altro che soffre si attiva  la corteccia cingolata anteriore, che è la stessa che si attiva quando sperimentiamo il dolore in prima persona. A permettere questo meccanismo dovrebbero essere i neuroni specchio , che tuttavia finora erano stati identificati solo nella corteccia motoria delle scimmie.
Gazzola, Keysers e colleghi hanno sottoposto alcuni ratti a una leggera scossa, che provoca una caratteristica risposta di ”congelamento” dell’animale. Successivamente, quando questi ratti hanno semplicemente osservato altri ratti che subivano lo stesso trattamento, hanno manifestato la stessa reazione. Non solo, il monitoraggio della loro attività cerebrale ha rivelato che in entrambi i casi si attivava una stessa area cerebrale, proprio la corteccia cingolata anteriore che negli esseri umani indica uno stato empatico.
A questo punto i ricercatori hanno soppresso l’attività delle cellule della corteccia cingolata attraverso l’iniezione di un farmaco, scoprendo che i ratti non si congelavano più quando osservavano un altro esemplare . Ciò indica, secondo i ricercatori, che alcuni dei neuroni di questa area funzionano come neuroni specchio nei confronti della percezione del dolore.

Poiché tutto questo accade esattamente nella stessa regione cerebrale nei ratti come negli esseri umani, si può affermare che l’empatia, la capacità di provare le emozioni degli altri, è profondamente radicata nella nostra evoluzione, ma anche in quella delle scimmie, e in quella…dei ratti!

Comitato Scientifico UPE

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