Cose da non fare

Rubrica: Principi della comunicazione

di William Giangiordano

Cose da non fare

Nelle pagine che seguiranno si faranno una serie di considerazioni su alcuni “non”.

In quanto e soprattutto in un dialogo a due o in un contesto di sostegno, questi “non” possono essere di aiuto nel meglio comprendere ciò che ci viene detto, favorendo quel principio a noi caro dell’ascolto.

Cercheremo nel durante di spiegare il perché di alcune cose da non fare nella comunicazione. Esempio:

non fare premesse. Avete presente?

“premesso che” … bla bla. Oppure “premetto di” bla bla…

Posso dire che oltre che rendere prolisso e ridondante il discorso, conduce alla definizione di un concetto non sempre chiaro o portato al pieno della sua comprensione.

Comprendo anche l’importanza della premessa in quanto riassume e concretizza ciò che e stato detto in precedenza soprattutto in un dialogo a due o più persone, ma anche lì il più delle volte non riesce ad essere efficace come l’esprimersi nei modi descritti nei principi esposti nei capitoli precedenti.

L’idea e quella di esprimersi in modo chiaro e diretto portando all’altro il proprio pensiero.
Questo modo ci introduce in un nuovo linguaggio più adeguato ai nostri tempi più rapido più concreto.

Un altro aspetto sul quale portare attenzione riguarda il non fare affermazioni. Su questo punto si potrebbe parlare tanto.
Ma noi parleremo il giusto. Sul non fare affermazione mi rivolgo sopratutto alle affermazioni perentorie ad esempio: io non faro mai questo!

Oppure, questa cosa è cosi e basta! Ed ancora assolutamente o solo o mai o sempre e via dicendo.
Perche non farle? Perché non lasciano spazio al dialogo o allo scambio, evitano il raffronto e chiudono e nascondono condizionamenti della persona il più delle volte limitanti.
Chiaro è che il più delle volte queste affermazione sono cosi radicate in noi che non riusciamo a vederle o trattenerle. Ci saltano fuori dalla bocca così, direttamente dall’inconscio.
Ecco perché è importante portarci attenzione.

Altro motivo per non fare affermazioni è che queste non consentono a chi le pronuncia di poter tornare sui propri passi e rimodulando le proprie idee sulla base di nuove acquisizioni, oltre al non permetterne l’ingresso, se non cadendo in contraddizione di cui vedremo dopo.

Curiosità.

Alcune volte le affermazioni sono come dei diktat… risultano non vere anzi affermano l’opposto.

Proseguendo passiamo ad altro annoso problema. Non fare domande e considerazioni.
Riusciamo?

Riesco a far sì che la persona davanti a me o le persone davanti a me mi parlino senza che io chieda o faccia considerazioni?

Ecco questo si che diventa un bell’esercizio.

Le domande possono condurre la persona a risposte che io ho già in mente condizionandole.

Vero è che anche con la mimica potrei, ma almeno riduciamo i rischi, cosi come le considerazioni. Queste ultime addirittura potrebbero condurre, se non attente alla suscettibilità di chi ho di fronte, alla chiusura dello stesso dialogo.

Ma come si fa senza domande a condurre un dialogo? beh favorendo la persona a parlare di sé…

Senza per forza fare domande e tanto meno considerazioni.

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