Specchio "del paragone"
Questo settimo ed ultimo specchio è il più “sottile”. Esso ci sta ad indicare che qualsiasi cosa ci troviamo davanti è perfetta così com’è; e questo vale anche per noi stessi. Dovremmo imparare a non paragonarci a nessun altro, le nostre azioni, i nostri traguardi, sono perfetti così come sono. Questo è lo specchio che ci stimola a riconoscere la perfezione in qualsiasi esperienza di vita, perché così è, indipendentemente dai suoi risultati. Ciò che ci succede intorno è perfetto per l’evolversi della nostra anima. E noi siamo perfetti così come siamo. Un risultato può essere sottoposto a giudizio (positivo o negativo) solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. E noi, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, paragoniamo continuamente i nostri risultati, i nostri comportamenti, le nostre azioni, ma anche il nostro peso, con gli altri e con l’esterno. Usiamo continuamente il metodo del paragone e della competizione. Ecco, dovremmo distaccarci da tutto questo, diventare noi il nostro punto di riferimento, e dare valore a ciò che siamo, a ciò che diventeremo e ciò che riusciremo a costruire nella nostra vita. Quello con noi stessi è un rapporto sacro.
Grazie a tutti per avere letto questa mini-rubrica e grazie per avermi dato la possibilità di scrivere qualcosa sugli Specchi. Essi mi hanno aiutata e mi aiutano tuttora a vivere più serenamente la quotidianità, a comprendere gli altri; e proprio attraverso la comprensione dell’altro, riesco a capire un pochino di più me stessa.
Un augurio a tutti di trovare la felicità.
Martina Caldi
Copertina a cura di Maddalena Sarotto