Un viaggio sull’Amore – parte 2

Un viaggio sull'Amore - parte 2

In questo viaggio nel tempo, ci troviamo alla corte di altri autori come Spinoza, Hegel e Sartre, dove l’amore è, a differenza di quanto affermato da Platone e Aristotele, una pretesa fallimentare di esseri umani finiti e contingenti di conseguire l’unità assoluta o infinita.

Per Spinoza esistono due tipi di amore, quello che deriva da una mutazione dell’anima, che non può riguardare la perfezione divina, che non ama nessuno, e l’amore intellettuale di Dio che è la visione del Dio che s’identifica con la mirabile perfezione dell’universo ordinato.

L’amore secondo Hegel supera la corporeità mortale con la generazione, principio d’immortalità. L’amore è identificato nella ragione dialettica, nel desiderio di conoscere l’altro da sé per poter pienamente realizzare il proprio sé, rientrando in tal modo nell’inappagamento che caratterizza così l’amore come desiderio di sapere.

Per Sartre l’amore si risolve nella volontà di essere amato in modo che, per l’altro amante, l’amato rappresenti l’infinito, senza con ciò essere contestualmente ridotto ad oggetto d’amore, continuando a mantenere la sua libera soggettività. Ciò rende impossibile un autentico scambio d’amore anche in un rapporto di tipo masochistico nel quale l’amato si riduce ad oggetto ma lo fa con una libera decisione soggettiva.

Sia che s’interpreti l’amore come rapporto che riconosca la soggettività individuale nella ricerca dell’unità, sia che si neghi la soggettività individuale, rimane la tensione all’unione con l’altro da sé, la ricerca del legame. Tale condizione è, invece, messa in discussione da Zygmunt Bauman che definisce l’uomo contemporaneo come l’uomo senza legami, o meglio, senza legami fissi e indissolubili.

Un uomo slegato da tutto e obbligato a costruirsi questi legami, a stabilire una relazione col resto dell’umanità. Ma una relazione costituita da legami ‘allentati’, di modo che si possano disfare in qualunque momento, rapidamente e secondo il variare dello scenario. Un po’ come l’amicizia su facebook, si concede facilmente ma altrettanto velocemente si cancella, basta un click.

L’uomo descritto dal filosofo e sociologo inglese è l’uomo contemporaneo, un uomo estremamente fragile e insicuro. L’uomo e la donna sembrano animati da tendenze e desideri contraddittori: stringere legami e mantenerli, ma allentati poiché temono l’impegno e le tensioni che la relazione potrebbe comportare e che pensano di non poter sopportare.

Questo modo di relazionarci per Bauman, deriva dalla “modernità liquida”, dalla necessità di integrarci e adattarci a una società che cambia molto rapidamente e che esige un’identità flessibile e versatile per affrontare questi cambiamenti. L’uomo, conseguentemente, sviluppa una “identità liquida”, paragonabile alla crosta vulcanica.

Questa identità, indurita sulla parte esterna, quando fonde cambia di nuovo forma. Dall’esterno sembra stabile, ma dentro la persona sperimenta una fragilità e una sofferenza costanti.

E come non comprendere la fragilità dell’uomo al di là dell’affermata liquidità della modernità, se, come afferma Galimberti, l’Amore non è una cosa tranquilla, non è delicatezza, confidenza, conforto. Amore non è comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione che tocca l’anima o che contamina i corpi. Amore è violazione dell’integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell’uomo, è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza. L’amore si nutre di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall’idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l’amore in un affetto privo di passione o nell’amarezza della disillusione.

Ma la condizione di debolezza umana descritta da Bauman e lo scetticismo del Galimberti sull’amore non devono essere un motivo per fuggire dall’amore, che deve, invece, essere sempre cercato anche se non ne abbiamo il controllo.

Per raggiungere l’amore occorre fiducia nell’altro e per fare questo ci soccorre, questa volta,un letterato, Ernest Hemingway:il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia.

Lamberto Tagliasacchi

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