Un contributo di Martina Comba
Immagina che sul tuo corpo compaia un pulsante della felicità, direttamente collegato al cervello. Ogni volta che lo premi, senti un’ondata di gioia, soddisfazione ed appagamento. Immagina di poter essere felice in un secondo, ovunque ti trovi.
Lo faresti? Premeresti il pulsante?
Questa domanda è stata posta a migliaia di persone e, non stento a crederci, la maggior parte ha risposto di no. Preferirebbero raggiungere la vera felicità autonomamente, anche se questo può significare duro lavoro e sacrificio.
La felicità, senza uno sforzo che ci conduce al suo raggiungimento, perde significato.
Ma allora come si ricerca la felicità?
Lasciamo perdere i libri di auto-aiuto e ciò che dicono i guru new age. In questo caso, vi farò vedere cosa ne pensano gli scienziati. L’Università di Berkeley in California sta conducendo migliaia di studi sugli effetti della cosiddetta “positive psychology” (psicologia positiva, ndr) e questa serie di articoli verterà proprio su questo: creare le fondamenta di una vita serena e significativa. Queste attività testate dalla ricerca del Greater Good Science Center dimostrano come la felicità sia ineluttabilmente legata, nella vita di tutti i giorni, al creare forti connessioni sociali e al contribuire a qualcosa di più grande di noi: chiamiamolo il “Bene Comune”.
Ecco cosa faremo: scopriremo che cos’è la felicità e perché è così importante nella vita di tutti i giorni, impareremo ad allenarla, esamineremo il potere delle relazioni tra persone e proveremo a concretizzare la “scienza dell’empatia” nelle sue applicazioni e strategie pratiche.
Per saperne di più: https://ggsc.berkeley.edu/