Un contributo di Roberto Di Giuseppe
RomanaMente
Una notte speciale
La notte era splendida. Una meravigliosa notte d’estate.
Non una notte come ormai se ne vedono troppe, calda, afosa e piena di zanzare ronzanti. Nemmeno una di quelle notti dove ci si gira e rigira tra le lenzuola sudate senza poter prendere sonno.
No, era proprio come le notti d’estate di una volta, con una brezza leggera di un vento amico che cacciava via la calura del giorno, lasciando al suo posto una piacevolissima frescura; il leggiadro fruscio delle foglie sugli alberi; il frinire sommesso di grilli e cicale, una piccola panca dove stare seduti ammirando un cielo stellato, dominato da una Luna grande ed intensamente luminosa.
Una notte magica insomma, di quelle notti che se le vivi da bambino ti restano dentro per tutta la vita. Ed era proprio un bambino, quella notte, Roberto. Un bambino sensibile e pieno di fantasia che spesso parlava anche con le cose e gli animali.
Ed infatti a lui sembrava che in quella notte fantastica, la Natura stessa avesse preso voce. Parlavano gli alberi con le foglie, parlavano i grilli con le cicale, parlavano le stelle tra loro e con tutti parlava la Luna. Una Luna, come detto, Grande, Immensa, Luminosa.
Conscia fin troppo della propria vastità, si rivolgeva a questo e quello con una finta bonomia che molto assomigliava all’arroganza. Persino alle stelle guardava con sufficienza, ben sapendo che sia pur molto più grandi di Lei, erano però lontanissime e perciò con una voce assai flebile.
Rivolgendo lo sguardo in giù verso la terra, scorse, con un po’ di fatica, una minuscola lucina che sembrava vagare nel buio. Guardando meglio, vide che si trattava di una piccola Lucciola che vagava qua e là con la sua ancor più piccola lucettina.
Osservandola con commiserazione, pensò, con poca delicatezza, ad una divertente canzonatura.
Roberto ormai grande, ben ricordava quel dialogo che, reale o fantastico che fosse, era comunque vero e lo riportò così:
La Luna piena minchionò la Lucciola:
– Sarà l’effetto de l’economia,
ma quer lume che porti è deboluccio…
– Si – disse quella – ma la luce è mia!
La Luna quella notte zittì ed imparò dalla piccola Lucciola che la luce è davvero luminosa non se è grande, ma se siamo noi a produrla. Chi vive di riflesso, anche se sembra emettere un gran bagliore, resta pur sempre il servo di qualcun altro.
Proprio vero, una notte bella e preziosa come quella, Roberto non l’avrebbe mai più dimenticata.
Roberto Di Giuseppe
Gli altri articoli della serie RomanaMente: Clicca qui
Poesia di Trilussa
Copertina a Cura di Maddalena Sarotto
Le opere citate sono proprietà dei rispettivi autori, le citazioni sono conformi all’articolo 10 della Convenzione di Berna, agli articoli 70, Legge 22 aprile 1941 n. 633 e D.L. n. 68 del 9 aprile 2003 della legge italiana