Un sentiero sotto il sole – Pensieri sul Corso Operatori C.U.I

span style=”color: #000080;”>Un contributo di Ilaria Morassut
 


 

Due mesi fa circa, conosco una ragazza. Non proprio per caso; mia mamma mi consiglia di contattarla perché nipote di una sua cara amica, e perché responsabile Piemonte di UPE, Università Popolare per l’Evoluzione Umana. Un po’ scettica, ma allo stesso tempo aperta, carica e fiduciosissima per questa nuova conoscenza, decido di aprirmi a lei come non facevo con altri da tempo. Fin da subito avverto in lei, e in tutto quello che la circonda, un senso di profonda comprensione e protezione.

Nasce così il mio breve lungo percorso, intrapreso con UPE e le meravigliose persone naviganti che, insieme a me, hanno affrontato, affrontano e affronteranno a vele spiegate quella terra chiamata Vita.

I corsi di Asti e Magliano hanno rappresentato un sole che non è diretto né accecante, bensì quel Sole che, sorgendo, schiarisce idee e ombre. Sono stati in grado di farmi cogliere con trasparenza ciò che mi circonda, rendendo le cose più limpide, ordinate. Mi hanno donato una visione esterna e una interna: una prospettiva sul Mondo e una sul mio Mondo interiore. Hanno portato alla generazione di qualcosa di nuovo, che resterà vivo nelle mie viscere come un’edera rampicante.

“L’edera cresce quasi in qualunque condizione climatica, non teme il freddo e sopporta bene il caldo; cresce più rigogliosa quando viene collocata in un ambiente fresco, ben illuminato ma non esposto direttamente ai raggi solari.”

Proprio come scrive una grande Maestro di Vita: e poiché è tutto così limpido, si sa che è sorto il Sole.

Grazie al corso Operatori non ho solamente e semplicemente affinato le capacità di autogestione di me e comprensione dell’altro e del Mondo; è cresciuta in maniera esponenziale la mia disponibilità all’ascolto – nonostante l’avessi da sempre e in maniera naturale molto accentuata –. È nata in me una maggiore apertura al soddisfacimento dei bisogni personali e dell’altro, sempre preceduta da un intendimento più elevato delle persone che la Vita mi pone di fronte. Cogliendo il significato del coraggio della verità, ho ritrovato forza e decisione per affrontare e superare un momento triste e complicato. La verità ha trovato in me la strada per uscire fuori, per manifestarsi; è la verità a soddisfare davvero l’anima, a renderla più nobile e a liberarla.

Aprendomi alla disponibilità sto imparando ad associare ciò che l’altro sta dicendo ad un mio coinvolgimento attivo. Certamente ho già appreso che l’atteggiamento di ascolto migliore è la comprensione, intesa come un avvicinamento a me stessa e, in maniera spontanea e successiva, agli altri.

Strettamente connesso a ciò, ho capito che emozioni come rabbia e paura possono essere controllate. Ho capito che la felicità può essere raggiunta.

Sento di avere gli occhi più aperti: questa nuova visione mi fa capire che l’unico modo per spalancare le porte alla vera me è vivere pienamente, lasciando cadere maschere, fardelli e inutili ombre. Tutte quelle ombre che oscurano la veridicità del mio essere, dei miei limiti e delle mie possibilità. Ho un cammino ancora molto lungo e tortuoso da percorrere, ma voglio viverlo, voglio sbucciarmi le ginocchia per una brutta caduta, voglio rigenerarmi ad ogni sosta, voglio affacciarmi sulle rive del fiume rischiando di cadere ancora, voglio vedere e godere delle luci del Sole spuntare tra alberi sempreverdi.

Proprio come mi sentivo all’inizio del percorso: aperta e carica. Con qualcosa in più: sollievo e leggerezza. So di aver trovato corde resistenti e scarponcini comodi e sicuri per affrontare qualsiasi scalata o sentiero.

 


 

 
unsplash-logoKent Pilcher

Condividi con le persone a cui tieni

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.