TURN IT UP! – Ronnie Foster // A Tribe Called Quest

Turn it Up!

di Maddalena Sarotto

TURN IT UP! – Ronnie Foster // A Tribe Called Quest

Il Sampling, l’arte del ricreare

Benvenuti all’ottava puntata di “Turn it Up!”, la rubrica musicale di Upe! Questa volta sperimenterò un articolo un po’ diverso dal solito, in quanto non vi proporrò un brano, ma due, per provare a illustrarvi la tecnica del Sampling.

To sample: voce del verbo “campionare”.

Campionare: formare, estrarre un campione da una massa di merce o di materiali, da una roccia o, in generale, da un certo numero di elementi della stessa specie, e anche da un insieme di casi o di dati a scopo statistico (da Treccani.it).

Musicalmente parlando, il sampling è una tecnica compositiva in cui si estraggono porzioni (samples) di brani preesistenti per crearne uno nuovo. L’origine del sampling risale agli anni ’60, in alcune sperimentazioni di rock psichedelico e jazz fusion. Si fa più popolare negli anni ’70, con la musica elettronica e la disco, ma è l’hip hop a fare del sampling un metodo noto e diffuso. Probabilmente perché l’hip hop, specialmente all’inizio, si concentra sulla qualità del testo e del flow (la capacità di rappare), e usa basi molto semplici per dare un ritmo al brano e al flow stesso.

Molti pezzi hip hop nascono anche unendo più samples tratti da diversi brani, mischiando pop, soul, funk, jazz e chi più ne ha più ne metta.

Oggi sentiamo “Electric Relaxation” della band hip hop A Tribe Called Quest, la cui base è un sample TURN IT UP! – Ronnie Foster // A Tribe Called Quest Turn it up!di “Mystic Brew” dell’organista soul-jazz e funk Ronnie Foster. Il brano originale è del 1972, quello ricampionato, invece, del 1993.

Perché ho deciso di parlarvi del sampling? Perché è come se la creazione di un brano con la tecnica del sampling avesse in sé una sorta di algoritmo evolutivo, che seleziona elementi utili di specie diverse per crearne una nuova, più raffinata ed evoluta. L’arte dell’attingere, mai per copiare, ma ricreare e reinventare. E non penso solo alla musica, ma penso alle persone e agli strumenti che di fatto hanno per rigenerarsi ogni giorno. Abbiamo una storia ricca di esempi, strategie, metodi e improvvisazioni di successo, a cui ispirarci per noi stessi. Ma soprattutto, abbiamo noi stessi. Troppo spesso pensiamo di avere difetti incancellabili, oppure al contrario ci adagiamo sugli allori delle nostre riuscite. In realtà, ogni giorno vissuto ci offre “campioni” (frammenti, samples) esperienziali, che possiamo selezionare e ricampionare, per costruire nuovi comportamenti più utili e positivi. E poco per volta evolviamo, attingendo da noi stessi, dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.

Ma per fare un bel sampling, ci vuole fantasia, e soprattutto una grande cultura di ciò che è precedentemente accaduto. Immaginate un dj hip hop, che nell’arco di un concerto di un’ora e mezzaTURN IT UP! – Ronnie Foster // A Tribe Called Quest Turn it up! improvvisa sampling sfoderando dischi da scatole piene di vinili sotto la consolle. Per ogni brano suonato, tre o quattro brani scelti. Scelti sul momento, perché quel pubblico vuole quello, perché è adatto a quell’atmosfera o a quella città. Ci vuole una grande ricettività, capacità di improvvisazione e infinita versatilità. Qualità alle quali credo ognuno di noi ambisca.

Come fare? Ascoltando, tutto, a più non posso. Ascoltando ogni giorno cosa accade dentro di noi. Ascoltando ogni giorno ciò che le persone che incontriamo ci dicono. Ripercorrendo la nostra storia, estrapolando pezzi di esperienze vissute in prima persona o raccontate da altri, rimescolandoli e ricomponendoli, spazzando via ciò che non è più funzionale per fare posto a nuove composizioni di pensiero.

Essendo voraci di umanità, una risorsa infinita di inestimabile valore.

Buon ascolto.

 

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