Spostare il discorso sull’io

Rubrica: Principi della comunicazione

di William Giangiordano

Spostare il discorso sull’io

Cosa vuol dire spostare il discorso sull’io? Vuol dire spostare il discorso sulla persona, cioè fare una domanda che la raggiunga nel proprio “Io”.

Ora sul termine io o ego potremmo investire gran parte del nostro tempo: per io intendo la parte più sensibile dell’individuo, quella che di fatto attiene all’intimità. Per io intendo anche quella porzione di noi che gestisce, media, struttura e ricalibra e che costruisce dopo aver valutato. Per certi versi anche molto vicina all’intelligenza emotiva.

Per ego, diversamente, una parte delle nuove tendenze o vecchie filosofie intende una serie di atteggiamenti in qualche occasione smisurati, abbondanti o eccessivi riconducibili al borioso. Tant’è che sono in uso parole come:

Egocentrico: colui che pone se stesso al centro di tutto.

Egoista: colui preoccupato del solo suo interesse e benessere.

Egoarca: colui che pretende di imporre la propria autorità e propria morale.

Egolatra: colui che ha il culto e l’adorazione di sé.

Mmm … beh questo ego non gode di tanta fama … positiva. Ma spezzo una lancia e forse più di una a suo favore. Gli appena citati significati, in giuste misure e quantità, sono processi necessari in fase di crescita e utili per acquisire come start un pochino di fiducia. In termini di comunicazione porre una domanda all’ego e di sicuro effetto in quanto anche qui la persona si sentirà tenuta in considerazione, ascoltata e ben accetta.
Diversamente come potremmo condurre una conversazione con una persona che pensa di essere il centro dell’universo senza rischiare situazioni conflittuali?

Torniamo all’io.

Per meglio intenderci voglio sottoporre tipi di domande che raggiungano quell’ l’io, quell’io spesso poco intervistato sia dagli altri che da noi stessi.

Quell’io sottaciuto, un po’ delicato, un po’ ingombrante. Da tenere a bada, al massimo uno sfoghino, di tanto in tanto. O quell’io talune volte preteso, tipo “dimmi cosa provi per me” o “dimmi cosa ti è successo”. Domande che saziano più chi le rivolge che chi le riceve. Insomma questi io non sempre si colgono.
Anche noi verso noi stessi siamo un po’ latitanti.

Esempio: chi di voi si è ultimamente posto la domanda di come sta o cosa sente davvero?
Attenzione una cosa è star male o bene. Ben altra è chiederselo.

Sono due momenti molto diversi tra loro! Uno è coinvolto o travolto, l’altro è presente, è lì che guarda, che ascolta, che è partecipe. Che ti cerca, che ti vuole. Distaccato ma partecipe.

Chiedersi come sto è fare il punto della situazione. È dettare il tempo. Anzi è fermarlo! È una ricognizione su noi stessi.
È un nuovo punto di partenza ed allo stesso tempo una altro punto di vista. Il mio su di me.
Ma … wow ahahahaha! non ho mai tempo! Corro corro, viaggio viaggio, parlo parlo, reagisco alle emergenze su emergenze.

Ma io come sto? Cosa penso?

Io non ho tempo per me. Ma ho capito il trucco qualche anno fa, e ora sto meglio, addirittura mi anticipo e mi prevedo. La domanda me la rivolgo spesso e mi aiuta a capirmi e indirizzarmi al meglio o cambiare in tempo.

Che fatica all’inizio dirmi la verità… pian piano ci si prende confidenza e va molto meglio. Ehm …

Ora voglio/desidero arricchire questo aspetto con qualcosa che può essere di aiuto ad entrambi,

E così divenire anche mezzo utile per rinsaldare la comunicazione con le persone tutte, vicine o no. Che può essere utile per essere di aiuto. Che diventi un ottimo mezzo per iniziare a comunicare con gli altri. Che sia utile per accorciare le distanze e creare ponti che uniscono gli uni a gli altri, che riducono la sofferenza e la solitudine e che diversamente diano ristoro a partire dalle persone a noi vicine per poi giungere a chiunque, anche al viandante quello che spesso incontriamo sul nostro stesso marciapiede.
Porre una domanda a qualcuno non ha mai creato problemi di sorta, se non la paura di porla.
Ci vuole rispetto, si. Ci vuole garbo, si. Ci vuole attenzione, si. C vuole passione. Si! Ci vuole coraggio si. 

Ci vuole cuore

Si.

Scusami, ho parlato di continuo, ma dimmi tu.

Tu come stai?

Parlami di te…

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