Si possono cancellare i ricordi in maniera selettiva e mirata?

E se fosse possibile eliminare il dolore di un’intera esperienza (memoria associativa utile e memoria incidentale) conservando le informazioni utili che quell’esperienza ci ha portato, come cambierebbe la nostra vita? 

Nello studio proposto in questo articolo si esamina la possibilità di sviluppare dei farmaci che agiscano in tal senso.

E se esistesse un modo, al di là dei farmaci, per insegnare al cervello a eliminare il dolore e tenere le informazioni utili? 

La possibilità di sviluppare farmaci che cancellino in modo selettivo specifici ricordi o loro parti è stata dimostrata, almeno in linea di principio, da ricercatori del Columbia University Medical Center a New York e della McGill University a Montreal, in Canada, che firmano un articolo pubblicato su “Current Biology”. Farmaci di questo tipo permetterebbero di curare le persone affette da disturbo da stress post traumatico (PTSD) eliminando gli aspetti delle memorie che causano manifestazioni di ansia incontrollabile e immotivata senza influire su altri importanti ricordi degli eventi passati.

Durante gli eventi fortemente emotivi o traumatici, il cervello può registrare e codificare non solo le informazioni essenziali su quello che è accaduto, ma anche informazioni su aspetti incidentali di quanto accaduto. Sono queste informazioni incidentali, in realtà neutre rispetto all’evento, a innescare spesso attacchi di ansia e panico anche molto tempo dopo l’evento. Per esempio, un’aggressione in un vicolo buio può indurre a temere non solo quel tipo di strade (formando una memoria associativa importante e utile), ma anche ad esempio una cassetta della posta che per puro caso si trovava sul posto. In seguito la vista delle cassette postali – un memoria incidentale non associativa – può scatenare un’ansia come quella descritta prima.

La memoria a lungo termine di questi ricordi è codificata nelle sinapsi dei neuroni, ossia nelle strutture con cui queste cellule nervose si connettono l’una all’altra, e la forza del collegamento è proporzionale all’importanza del ricordo. Dato che le connessioni sinaptiche create della memorie associative e incidentali condividono gran parte delle proprietà e possono trovarsi negli stessi neuroni, finora si riteneva che fosse impossibile eliminare selettivamente memorie sinaptiche, e in particolare quelle incidentali, senza distruggere al contempo anche quelle associative.

Ora, lavorando su neuroni di Aplysia – un mollusco che è un classico modello del funzionamento dei neuroni anche umani – Samuel Schacher e colleghi hanno scoperto che l’aumento della forza delle singole connessioni prodotta dai diversi stimoli è mediata da forme leggermente diverse di uno stesso enzima: PKM Apl III nel caso della memoria sinaptica associativa e PKM Apl I per quella incidentale.

Prove sperimentali hanno poi mostrato che uno specifico tipo di memoria può essere eliminato, senza influenzare l’altro, bloccando solo una delle due forme delle molecole PKM.

Tratto da “Le Scienze” del 26 giugno 2017

Qui di seguito il link all’articolo originale:

http://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(17)30647-4

Photo by:  Rolands Zilvinskis

Condividi con le persone a cui tieni

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.