L’ascolto

Rubrica: Principi della comunicazione

di William Giangiordano

L’ascolto

Quante volte ci siamo sentiti dire:

“tu non ascolti!”

A me personalmente è stato detto infinite volte ma… ciò nonostante sono riuscito a portare attenzione solo qualche volta. Ho capito, nel tempo, poi cosa era necessario fare per ascoltare. Ho cercato, in queste pagine, di chiarire innanzitutto cosa volesse realmente dire ascoltare, per poi passare alla descrizione delle tre forme di comunicazione più note.

L’ascolto in sé comporta, per prima cosa, un volere comunicare, cioè la reale intenzione di voler essere partecipi di una esperienza emotiva ed empatica. La volontà di entrare nell’altra persona e comprenderla, ovvero di portarla a sé e, nel contempo, portare se stessi all’altro. Cercherò di essere più chiaro. Parlo del desiderare di comprendere, fare proprio l’altro nei suoi pensieri e parole. È necessario per questo mettere un po’ da parte ciò che si pensa, e ciò che si pensa di poter dire e fare al posto dell’altro.

Bensì mettersi dentro l’altro per capirne le modalità proprie di come, l’altro, affronta la propria esistenza.

Mm… detta così sembrerebbe, non so, non sempre facile! Lo capisco e condivido ma per poter ascoltare ed ascoltare veramente, direi che è quasi obbligatorio! in quanto se rimanessi fisso nel mio, difficilmente il pensiero altrui sarebbe da me compreso.

È come se in effetti mettessi un

M  U  R  O

Mostriamo quelli che sono i vantaggi dell’ascolto! Così per facilitare, un po’ quello che possiamo chiamare Incentivo alla volontà!

Tra i vantaggi posso annoverare che è un buon ascolto riduce la fatica. Che voglio dire? Dico che l’ascolto riduce la fatica al capire, in quanto mi colloca già dentro l’altro. E in questa nuova posizione, all’altro diventa noto il mio sentire. Così facendo evito un aspetto determinante nelle difficoltà alla comunicazione: ciò che penso io.

Comprendo ed immagino ciò che state pensando: per ascoltare l’altro perdo me?

Ovvero rinuncio al mio pensiero? Proviamo a pensare insieme … Proviamo ad immaginare l’altro come una caraffa d’acqua, ed ora immaginate voi stessi come una noce di cocco!

Come fa quest’ultima a comprendere la struttura dell’acqua se rimanesse impermeabile? Il modo più efficace per comprendere l’altro e di venire acqua. L’acqua come sostanza capace di mischiarsi al tutto!

…Attenzione funziona con l’acqua non tra noci di cocco!

L’ascolto ha capacità strabilianti. Pensiamo come la stessa intimità risulti essere figlia dell’ascolto e quanti vantaggi comporta. Ne cito alcuni:

• Essere in tempo presente! Provate ad essere in intimità con qualcuno e pensare alle bollette! Provato?

• Espandere le proprie sensazioni. Nell’ascolto le nostre capacità sensoriali si espandono. Riusciamo a percepire molte più cose ed avere molte più informazioni dalla realtà che ci circonda.

Avere sempre la sensazione di essere compresi. Mai soli. Il bisogno di ascolto è presente in noi da sempre.

Questi punti sono delle piccole tracce di tutti i benefici che l’ascolto ci dona e dona agli altri, in un rapporto di reciprocità.

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